Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio ha fatto visita nel carcere di Le Vallette a Torino, dove ieri sono morte suicide due detenute.

Due detenute suicide in carcere a Torino

Nordio ha voluto subito precisare ai giornalisti accorsi che non si tratta di una visita ispettiva e ha voluto incontrare solo il personale amministrativo e medico della casa circondariale del capoluogo piemontese.

Dure sono state le opposizioni che hanno promesso un’interrogazione parlamentare.

Non si tratta di una ispezione né di un intervento cruento ma di assoluta vicinanza. Da ex pm so che quando ci sono suicidi si apre un fascicolo e la magistratura è autonoma e sovrana nelle indagini. Sono arrivato qui di corsa in aereo per dare subito un segnale di vicinanza”

Il ministro ha incontrato la direttrice della struttura penitenziaria, Elena Lombardi Vallauri, il garante comunale, Monica Gallo, e il garante regionale, Bruno Mellano, insieme al responsabile dell’Azienda sanitaria locale per il carcere, Roberto Testi. 

Durante la visita del ministro sono sono state registrati disordini e proteste da parte dei detenuti che hanno iniziato a fischiare e urlare.

“Per ora non ho avuto tempo di visitare il carcere, ma posso dare un giudizio di ordine generale: ho visitato molte carceri italiane e ho visto il bene e il male. So che Torino versa in condizioni di grandi criticità e per questo la visita era già stata programmata”

Costruire un nuovo carcere è troppo costoso

All’uscita dalla visita il ministro si è fermato con i giornalisti per rispondere ad alcune domande riguardo al particolare della tragedia consumata nel carcere di Torino.

Inoltre il guardasigilli ha potuto esprimere alcune considerazioni sulla situazione generale in cui vertono i centri di reclusione nel nostro paese.

Costruire un carcere è costosissimo: è impossibile sotto il profilo temporale, ci sono vincoli idrogeoligici, architettonici, burocratici. Usare strutture dismesse con ampi spazi secondo me è soluzione su cui bisogna iniziare a lavorare e ci stiamo lavorando con risultati che saranno forse immediati. Possiamo riadattare beni demaniali in mano al ministero delle Difesa compatibili con l’utilizzazione carceraria

Una questione economica e logistica che non fa altro che raccontare un sistema di detenzione in grande difficoltà con il 121% di occupazione dei posti con circa 10 mila detenuti oltre il numero di posti effettivi.

A proposito del caso particolare il ministro Nordio ha precisato come il suo ruolo di ex pm lo pone davanti a domande senza risposta.

“Chi meglio di un ministro che ha svolto per quarant’anni la funzione di pubblico ministero conosce i disagi delle situazioni penitenziarie? Ogni suicidio in carcere è un fardello che ci angoscia ogni volta. Bisogna garantire l’umanità del detenuto e il trattamento rieducativo”

Il sindaco di Torino ha ringraziato il ministro

Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo ha mandato un messaggio di condoglianza e un ringraziamento al ministro per la vicinanza dimostrata. Sul posto era presenta ad accogliere il ministro la vice sindaco Michela Favaro.

“Le criticità del carcere sono oggetto di attenzione di sollecitazione da parte della della nostra Amministrazione, anche attraverso l’attività della Garante dei detenuti. Siamo al lavoro su un progetto, che è stato presentato nei mesi scorsi anche al ministro, volto a migliorare le condizioni dei giovani adulti detenuti, una categoria purtroppo in aumento, con l’obiettivo di offrire condizioni di vita migliori all’interno del carcere e prospettive per quando ne usciranno”

Proteste dei detenuti durante la visita del ministro

L’arrivo del ministro della giustizia Nordio non è passato inosservato da parte dei detenuti della casa circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino nel quartiere de Le Vallette. I detenuti hanno accolto il guardasigilli con fischi e urla che alcuni testimoni hanno udito anche da fuori il carcere.