Il 12 agosto 1944 è una data che si insinua nel cuore dell’Italia come un marchio indelebile di dolore e orrore: a Sant’Anna di Stazzema, una pittoresca frazione nel comune lucchese, si consumò una delle pagine più oscure della Seconda Guerra Mondiale, ossia l’eccidio nazista in cui persero la vita 560 persone, molte delle quali erano bambini. Quest’anno, mentre il calendario segna il settantanovesimo anniversario di quell’insensato massacro, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, pone il focus su questa tragica ricorrenza, sottolineando il profondo significato che Sant’Anna di Stazzema detiene nella memoria collettiva.
Mattarella: “L’eccidio di Sant’Anna è un momento fondativo della storia repubblicana”
“Sant’Anna di Stazzema è uno dei luoghi simbolo della tragedia della Seconda Guerra Mondiale in cui affondano le radici più profonde dei valori della Costituzione repubblicana”, ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricordando la strage nazifascista avvenutoail 12 agosto 1944.
La fossa comune ricavata davanti alla piazza della chiesa di Sant’Anna a Stazzema (Lucca), dove nell’agosto 1944 si consumò la strage nazista in cui furono uccise circa 560 persone, quasi tutti donne e bambini, tra cui Don Innocenzo Lazzeri. Mattarella prosegue:
Un luogo di memoria, di dolore immenso, insensato e ingiustificabile, divenuto emblema di riscatto civile, di ribellione alla violenza più feroce e disumana, di solidarietà, di ricostruzione morale e sociale. È un dovere per la nostra comunità ricordare quanto avvenne settantanove anni or sono a Sant’Anna e nelle altre frazioni di Stazzema, quando militari nazisti delle SS, sostenuti da fascisti locali, misero in atto una delle stragi più efferate del conflitto
Secondo il presidente della Repubblica, l’eccidio rappresenta uno dei momenti più bui della storia europea:
Fu un massacro di vite innocenti. Donne, anziani, bambini, ben oltre cinquecento, vennero uccisi senza pietà. Tanti i corpi bruciati e resi irriconoscibili. L’Europa toccò il fondo dell’abisso. Neppure l’infamia della rappresaglia poteva giustificare lo sterminio, la strategia dell’annientamento.
Tuttavia, Mattarella ha anche affermato che, in virtù della sua infamia, la strage ha un valore fondativo. La sua memoria insegnerà alle sue nuove generazioni ad amare la libertà, la civiltà, i valori e i diritti umani.
Da quegli abissi sono ripartiti il cammino del popolo italiano e del Continente europeo e spetta a ciascuno custodire e consegnare il testimone della memoria alle generazioni più giovani perché possano essere consapevoli protagoniste di un futuro responsabile in cui non siano più messi a rischio i valori della persona umana.
Una strage senza senso
La storia di Sant’Anna è ancora più atroce in considerazione del fatto che non fu una rappresaglia, come talvolta sostenuto, bensì un atto volontario di terrorismo. Il villaggio era stato in precedenza dichiarato “zona bianca” dai tedeschi, e accoglieva dunque centinaia di sfollati nella regione. Non ci sono prove che gli abitanti supportassero i partigiani.
Lo scopo del massacro fu dunque quello di spezzare la volontà della popolazione civile, dissuadendola da qualsiasi azione di supporto verso la Resistenza.