Il Ministero della Salute italiano ha emanato una circolare che mette fine all’isolamento obbligatorio per i positivi al Covid-19, suscitando dibattiti accesi sulla sua validità scientifica e sui potenziali rischi in un momento in cui il virus attraversa un significativo boom dei casi attribuibile alle varianti. La decisione è giunta infatti in concomitanza con l’aumento costante dei casi e delle vittime in Italia. Nel mondo, i casi sono cresciuti in modo impressionante dell’80% nell’arco di 28 giorni, secondo quanto riferito dall’Oms. Tuttavia, i decessi sono diminuiti del 58%, suggerendo un miglioramento relativo alla gestione della pandemia.
Galli: “Il Covid in Italia non è finito, eliminare isolamento durante un boom delle varianti è una scelta politica”
Il professor Massimo Galli, ex direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, ha sollevato dubbi sulle nuove direttive. Ha dichiarato: “Non è finito nulla, forse solo nelle speranze di qualcuno ma non nelle certezze“, e ha criticato la scelta del governo di eliminare l’isolamento per i positivi al Covid-19 come atto politico, senza basi scientifiche solide. Galli ha sottolineato che il potere di isolare i positivi sarà ora nelle mani delle direzioni sanitarie, sollevando preoccupazioni sulla responsabilità in caso di ulteriori complicazioni.
Negli Stati Uniti, gli scienziati lanciano l’hastag #CovidisNotOver su Twitter, in relazione alle nuove varianti come EG.5 e all’aumento dei casi. Il tutto mentre alcuni governi hanno allentato le misure anti-Covid.
L’OMS, pur dichiarando che il Covid-19 non è più un’emergenza sanitaria globale, ha avvertito che il virus continuerà a circolare e a mutare, provocando occasionali aumenti di infezioni, ospedalizzazioni e decessi. Nelle scorse settimane, molti paesi dell’emisfero settentrionale, tra cui Stati Uniti, Regno Unito e Giappone, hanno sperimentato un aumento dei casi, che gli scienziati attribuiscono a riunioni estive, viaggi, declino dell’immunità e nuove varianti.
Sebbene alcune varianti, come l’EG.5, possano essere più trasmissibili e persino eludere l’immunità, il rischio per la salute pubblica globale è attualmente valutato come “basso” dall’OMS. Tuttavia, il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha ammonito che il rischio di una variante più pericolosa rimane, sottolineando la necessità di mantenere la vigilanza.