Bocciate su tutta la linea le proposte delle opposizioni sul salario minimo, Giorgia Meloni apre con una controproposta, ossia quella coinvolgere il Cnel di Brunetta. Qualcuno sorriderà e penserà che finalmente il Cnel fa qualcosa, ma a Pd, +Europa, Avs e M5s l’idea non è piaciuta. La partita va avanti, con la premier che tenta di portare le opposizioni a giocare nel suo campo, ribadendo di voler combattere povertà e salari bassi ma non tramite il salario minimo.
Uscita da palazzo Chigi dopo una riunione durata all’incirca due ore, Giorgia Meloni ha fatto il punto con i giornalisti che la stavano aspettando. La presidente del Consiglio ha ammesso che ci sono state delle “divergenze” con le opposizioni e ha spiegato di aver proposto un confronto più ampio insieme al Cnel perché “costituzionalmente” competente in materia. La “priorità” per il Governo, ribadisce, rimane quella di garantire salari “adeguati” un maggior potere d’acquisto per le famiglie.
Salario minimo, Meloni: “Il tema mi sta a cuore, siamo aperti al confronto”
“Il governo – spiega la leader di Fdi – si è concentrato sulle priorità dei salari, per questo ho scelto di incontrare le opposizioni. È una materia ampia, va affrontata nella sua complessività. Il tema mi sta a cuore. Ho proposto un confronto con il Cnel per terminare prima della legge di bilancio un ragionamento sul lavoro”.
Il punto su cui si fonda il no al salario minimo del Governo è il timore che questa manovra possa “peggiorare le condizioni dei lavoratori”. Ma Meloni ha fissato una deadline (60 giorni) entro portare a termine la proposta per favorire salari adeguati.
L’obiettivo è quello di arrivare a dama prima della legge di BIlancio che “non vorrei fosse della maggioranza o delle opposizioni”, sottolinea, perché “non sarebbe un buon metodo di dialogo, un buon metodo di dialogo è provare a lavorare insieme”.