Riforma fiscale, anche i lavoratori dipendenti potranno sottrarre le spese per lavorare, come quelle sostenute per gli spostamenti e gli affitti, nel caso in cui lo svolgimento dell’attività lavorativa comporti uno spostamento non temporaneo quale può essere quello di chi faccia il pendolare. Ma le spese detraibili sono molteplici, arricchite anche dalle voci di costo da sostenere nel caso in cui il lavoro venga svolto in modalità di smart working.

Si tratta dunque di un meccanismo che ricorda, molto da vicino, quello delle partite Iva (non a regime forfettario la cui detrazione avviene in base a indici di redditività), i lavoratori autonomi e le imprese. Il calcolo dell’imposta, in questo modo, avverrà pertanto sul guadagno netto, cioè solo al termine della sottrazione dal compenso di quanto si sia speso per produrre.

Riforma fiscale, anche i dipendenti potranno sottrarre le spese per lavorare, come spostamenti e affitti: ecco cosa cambia

Cambia tutto in merito al calcolo delle imposte sul lavoro per i dipendenti, secondo quanto prevede la legge delega di riforma fiscale. Anche i lavoratori alle dipendenze, infatti, come le partite Iva, i lavoratori autonomi e le imprese potranno detrarre i cosiddetti “costi di produzione”, qualificabili come tutte quelle spese da sostenere per andare a lavorare. Ad esempio, chi si sposta giornalmente potrà detrarre i costi del viaggio.

Chi invece va a lavorare in un’altra città, provincia o regione prendendo in affitto una casa, ne potrà detrarre le relative spese. I docenti della scuola potranno detrarre le spese per l’aggiornamento professionale o per i libri da acquistare o, ancora, per il collegamento alla rete internet.

A prevedere la sottrazione delle spese dal reddito ai fini della tassazione, oltre a un riordino delle aliquote Irpef, alle aree di esenzione, alle imposte agevolate e ai fringe benefit, è la legge delega di riforma fiscale, approvata la scorsa settimana in Parlamento.

Riforma fiscale dipendenti, quanto si risparmia con la sottrazione dei costi per il lavoro?

Grazie alla novità della detrazione delle spese per lavorare, i lavoratori dipendenti potrebbero vedersi diminuire le tasse valorizzando i costi sostenuti per andare a guadagnare. Per sapere in quale misura si potranno sottrarre dette spese, come anche per le altre novità inserite nella legge delega, occorre attendere i decreti attuativi del governo guidato da Giorgia Meloni. Il termine per l’adozione dei decreti è fissato in 24 mesi.

Per fare un esempio di quale potrebbe essere il risparmio in termini di imposte da pagare con la novità della riforma fiscale, e dunque l’aumento del reddito netto, si consideri un lavoratore dipendente che guadagni 25mila euro lordi all’anno e produca spese per 5mila euro in viaggi, libri, e così via.

Il totale di Irpef da pagare, considerando le attuali aliquote, è pari a 4.521 euro senza la detrazione delle spese, e di 3.083 euro dopo la riforma. Ciò significa che il lavoratore avrà un reddito al netto della tassazione Irpef di 20.500 euro circa nel primo caso, e di circa 22mila euro nel secondo caso, con un recupero di quasi 1.500 euro grazie alla sottrazione delle spese.

Legge delega, cosa prevede per ridurre le imposte sui redditi

È ovvio che i livelli di spesa che possono essere sottratti al reddito lordo ai fini dell’imposta possono essere molto diversi da lavoratore a lavoratore. Ponendo che un dipendente produca un totale di costi inferiore al caso precedente, ad esempio di 1.500 euro, il totale di Irpef da versare prima della riforma è sempre pari a 4.521 euro, mentre con le detrazioni il conto scende a 4.089 euro, con un risparmio di 432 euro di spese sostenute per il lavoro.