Il colpo di stato in Niger continua a tenere banco. Le ultime notizie riportano un pericoloso avvicinamento da parte dei golpisti verso la base militare francese di Niamey. Migliaia di sostenitori si sarebbero affollati nella zona presieduta dai transalpini, urlando contro di loro slogan anti-Francia. In questo senso, si attendono le prossime mosse dell’Ecowas che in realtà ha già ‘deliberato’ un potenziale intervento militare per ristabilire l’ordine e liberare il presidente deposto Bazoum.
Nel frattempo, Mosca ha annunciato di non voler in alcun modo interferire con quanto sta succedendo nel paese, negando qualsiasi accusa di coinvolgimento militare per favorire il disordine creato dai golpisti. Anzi, il ministero degli Esteri ha confermato che la Russia sostiene ogni sforzo di mediazione da parte della comunità degli Stati dell’Africa occidentale.
La Russia è contraria ad un intervento armato per risolvere la crisi in Niger, ritenendo che potrebbe provocare una forte destabilizzazione della situazione nella regione del Sahara-Sahel. La Russia è invece favorevole a sforzi di mediazione da parte dell’Ecowas, la comunità degli Stati dell’Africa occidentale.
Turk (Nazioni Unite) preoccupato per i diritti umani negati al presidente del Niger
In giornata sono arrivate anche le parole di Volker Turk, Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. Il rappresentante dell’organizzazione umanitaria si è detto molto preoccupato delle condizioni di detenzione da parte del presidente Bazoum, così come della sua famiglia. Turk ha quindi aggiunto che ha il leader del Niger sarebbe trattenuto a vista, senza elettricità all’interno dell’edificio in cui è imprigionato e senza alcun accesso ad acqua potabile:
Sono estremamente preoccupato per le condizioni in cui vengono arbitrariamente detenuti il presidente del Niger, Mohamed Bazoum, sua moglie e suo figlio. Rapporti credibili che ho ricevuto indicano che le condizioni di detenzione potrebbero costituire un trattamento inumano e degradante, in violazione del diritto internazionale sui diritti umani. Ho ricevuto segnalazioni secondo cui l’energia elettrica è stata interrotta e Bazoum e i suoi familiari non hanno accesso all’acqua potabile pulita – a causa delle temperature calde in Niger – e alle medicine necessarie. I responsabili della detenzione del presidente devono garantire il pieno rispetto e la protezione dei diritti umani suoi e di tutti gli altri detenuti.
Negli scorsi giorni, l’organizzazione umanitaria Human Rights Watch è riuscita a parlare con Bazoum chiedendo quali fossero le condizioni di prigionia. Questo il feedback del presidente deposto del Niger:
Non ho elettricità da 2 agosto e nessun contatto con altre persone dal 4. Non posso ricevere parenti o amici che ci portano cibo ed altri rifornimenti. Mio figlio è malato, ha un serio problema cardiaco e deve vedere un medico. Si sono rifiutati di fargli ricevere cure mediche.
Si attendono ora mosse concrete da parte dell’Ecowas. La situazione rimane comunque da monitorare, poiché in caso di intervento militare da parte della comunità degli Stati dell’Africa occidentale, i golpisti avrebbero minacciato a più riprese di essere pronti ad eliminare Bazoum e la sua famiglia. Ecco perché si cerca di capire quale possa essere l’azione più sicura e perentoria per riportare il presidente a capo dello Stato.