Il mobbing sul posto di lavoro è un tema molto dibattuto e rappresenta un serio problema che molte persone affrontano ogni giorno. Questa problematica consiste in comportamenti persecutori, spesso perpetrati da colleghi o superiori, che portano all’emarginazione e alla violenza psichica nei confronti di un lavoratore. Questi atteggiamenti negativi possono derivare dalla parola inglese “to mob“, che si traduce con “accalcarsi intorno a qualcuno“. La vittima, sottoposta a questo tipo di trattamento, può subire danni psicofisici significativi, compromettendo la sua capacità di lavorare e, in alcuni casi, decidendo di lasciare il posto di lavoro.
Mobbing sul posto di lavoro: la classificazione
Esistono diverse manifestazioni del mobbing sul lavoro, e per comprenderlo appieno, è essenziale riconoscere le sue varie forme e i contesti in cui si trovano:
- Mobbing verticale (Bossing): questo tipo di mobbing proviene dai livelli superiori della gerarchia aziendale. Può manifestarsi attraverso comportamenti come l’esclusione da determinate attività o benefici. La dinamica del potere rende questa forma di mobbing particolarmente insidiosa, poiché la vittima si sente impotente.
- Mobbing orizzontale: in questo caso, il mobbing proviene dai colleghi dello stesso livello gerarchico. La vittima può essere emarginata, derisa o screditata, compromettendo la sua posizione lavorativa.
- Mobbing scolastico: questa forma di mobbing avviene nell’ambito educativo, con gli studenti come principali vittime, ma può coinvolgere anche gli insegnanti.
- Mobbing familiare: questa forma di mobbing avviene in famiglia, dove un membro cerca di dominare gli altri, spesso attraverso manipolazioni emotive.
Mobbing e Straining: le differenze
Un altro termine che spesso si sente in relazione al mobbing è “straining“. Ma quale è la differenza tra i due? Lo straining indica situazioni in cui un dipendente viene messo sotto forte pressione o umiliato dal suo superiore. Può manifestarsi attraverso un unico episodio traumatico che provoca danni immediati, come il burnout. Il Tribunale di Bergamo ha descritto lo straining come una condizione di stress prolungato sul lavoro, caratterizzata da eventi che causano ripercussioni negative nell’ambiente di lavoro.
Mobbing sul posto di lavoro: come riconoscerlo e difendersi
Riconoscere il mobbing è il primo passo per difendersi. Se si pensa di essere vittima di mobbing, è fondamentale documentare ogni episodio e cercare supporto, sia all’interno dell’azienda sia da consulenti esterni. La protezione legale può aiutare a garantire che i diritti del lavoratore siano rispettati e che le azioni di chi pratica mobbing vengano affrontate adeguatamente.
Si può parlare di mobbing sul posto di lavoro al verificarsi di questi eventi:
- Marginalizzazione professionale: un chiaro segnale di mobbing è quando un dipendente viene intenzionalmente tenuto lontano da opportunità di crescita. Questo può includere l’esclusione da riunioni cruciali, corsi di formazione o aggiornamenti professionali.
- Comportamento ostile e umiliante: le azioni che mirano a demoralizzare il lavoratore, come critiche costanti anche per piccole mancanze, l’esercizio di controllo eccessivo o la diffusione di informazioni false sul dipendente, sono segnali allarmanti.
- Isolamento informativo: se un lavoratore viene regolarmente escluso dagli aggiornamenti o non viene informato su questioni che riguardano il suo ruolo, ciò può rappresentare una forma di mobbing.
- Riduzione ingiustificata delle responsabilità: quando un dipendente viene privato delle sue funzioni abituali senza una spiegazione logica, o gli vengono assegnate mansioni ben al di sotto delle sue capacità, ciò può essere visto come un tentativo di indebolire il suo ruolo e la sua autostima.
Come proteggersi dal mobbing sul lavoro
Se si sospetta di essere vittima di mobbing, è necessario documentare tutto, raccogliere prove. Queste possono includere e-mail, messaggi, note su interazioni specifiche o testimonianze di colleghi.
Inoltre, anche se può essere complicato, è importante far presente all’aggressore che si è consapevoli del suo comportamento e chiedergli una spiegazione del suo atteggiamento.
Infine, è importante cercare supporto, parlare con colleghi di fiducia, superiori o con rappresentanti sindacali, e non affrontare la situazione da soli.
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La situazione legale in Italia
Sebbene l’Italia non abbia una legge specifica contro il mobbing, le decisioni giurisprudenziali offrono un quadro di riferimento per le vittime. La Costituzione e il Codice Civile prevedono norme che proteggono i diritti e il benessere dei lavoratori.
Il datore di lavoro ha la responsabilità di garantire un ambiente lavorativo sicuro e rispettoso per tutti i dipendenti. Se ciò non avviene, e un lavoratore subisce danni fisici o psicologici a causa del mobbing, il datore di lavoro può essere ritenuto responsabile e costretto a risarcire il danno.