Chi è Viviana Del Tedesco e perché se ne sta parlando? Travolta dalle polemiche dopo gli apprezzamenti fisici sul killer di Iris Setti, la procuratrice di Rovereto, in provincia di Trento, è finita ora sotto inchiesta da parte del Consiglio superiore della magistratura anche per come ha condotto le indagini sull’omicidio della 61enne e su quello di Mara Fait, la donna colpita con un’accetta dal vicino di casa qualche giorno prima. Nei suoi confronti potrebbe essere avviato un provvedimento disciplinare.

Viviana Del Tedesco, chi è la procuratrice finita sotto inchiesta da parte del Csm

Viviana Del Tedesco presta servizio come procuratrice della Repubblica a Rovereto, la città in provincia di Trento che, negli ultimi giorni, è salita alla ribalta delle cronache per ben due casi di omicidio: quello di Iris Setti, la 61enne pestata a morte mentre passeggiava nel parco Nikolajevka e quello di Mara Fait, uccisa a colpi di accetta da un vicino di casa davanti agli occhi inermi della madre anziana.

Nelle scorse ore, dopo essere stata travolta dalle polemiche per aver rivolto degli apprezzamenti al killer della prima vittima, è finita sotto inchiesta anche per come ha condotto entrambe le indagini. Tutto è iniziato con un’intervista rilasciata a La Verità in cui, parlando di Chukwuka Nweke, il senzatetto di origini nigeriane arrestato per aver colpito Setti, ne aveva evidenziato la prestanza fisica, dichiarando:

È un uomo che fisicamente è spettacolare. Quello lì doveva andare a fare le Olimpiadi, a fare i mondiali di pugilato, non lo so…

Non solo: aveva anche cercato di sminuirne i precedenti (l’aggressione a un ciclista, per strada, e ai due militari intervenuti per calmarlo, lo scorso agosto, e i ripetuti attacchi alle due sorelle), giustificando la misura dell’obbligo di firma – richiesta dopo l’ultimo arresto – con l’impossibilità di chiedere misure cautelari più stringenti per via della riforma Cartabia. Il 37enne, ritenuto pericoloso e già noto alle forze dell’ordine, avrebbe potuto essere fermato. Ma, invece di essere portato in carcere o ricoverato (come la famiglia aveva richiesto), era stato messo ai domiciliari.

Una circostanza che, alla luce dell’omicidio che l’uomo avrebbe poi compiuto, non si può perdonare, secondo alcuni. Anche perché sarebbe stata la stessa procuratrice, appena qualche settimana prima, ad archiviare la richiesta di codice rosso presentata da Mara Fait con l’intento di proteggersi dal vicino violento, lo stesso che poi le avrebbe tolto la vita.

La richiesta degli avvocati Eccher e Bertolini

Io e la collega Isabella Bertolini chiederemo al Comitato di presidenza del Csm l’apertura di una pratica relativa ai fatti emersi nei due omicidi di Rovereto. Ci siamo già interfacciati con il ministero, che ci ha chiesto di raccogliere la documentazione dei due casi,

ha spiegato l’avvocata Claudia Eccher, membro laico del Csm. L’obiettivo è capire se la procuratrice – alla luce di quanto ha dichiarato relativamente alle due vicende – non abbia, in qualche modo, sottovaluto il problema. Nel caso, nei suoi confronti potrebbe anche essere avviato un provvedimento disciplinare.

Gli strumenti che ha il Csm sono quelli di aprire le pratiche per valutare eventuali profili di incompatibilità, nonché la professionalità e la correttezza dei magistrati – ha spiegato sempre la Eccher -. Vogliamo capire se ci siano state delle responsabilità o delle negligenze da parte dei magistrati.

A riportarlo è il Corriere della Sera, che fa notare che per ora la “condanna” è arrivata principalmente sui social, dove anche diversi membri del centrodestra hanno criticato la donna per le sue parole. Matteo Salvini le ha definite “scioccanti e imbarazzanti”; Maurizio Gasparri le ha chiesto di smentirle, augurandosi che venga “cacciata dalla magistratura”.

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