Cosa vuol dire famiglia queer? Il termine deriva dall’inglese ed indica una famiglia in cui nessun componente è eterosessuale o cisgender, cioè la cui identità corrisponde o al sesso biologico.

Nelle recenti parole di Michela Murgia, scomparsa nella serata di ieri dopo una lunga malattia però, questo termine assume un significato un po’ diverso. La scrittrice infatti, nel parlare della sua “queer family”, si riferiva a persone che in realtà non hanno alcun legame familiare con lei, ma che lei sente come famiglia. In questo caso infatti l’orientamento sessuale delle persone c’entra poco.

Già nel 1990 la scrittrice e critica letteraria Teresa de Lauretis promosse l’uso di questo termine che intendeva includere nella stessa regione semantica tutte quelle forme di sessualità “queer”, che, per l’appunto, non si adattavano all’imperativo sociale dell’eterosessualità.

La famiglia queer è, oggi, una famiglia che non viene legittimata dalla legge.

Cosa vuol dire famiglia queer: il termine usato dalla comunità LGBTQ+

La definizione della Murgia ha creato un po’ di confusione perché queer, da sempre, è un termine che viene associato alla comunità LGBTQ+. La parola è generica e indica persone che non sono eterosessuali.

Il termine viene adottato per lo più da chi non sente di appartenere ad una categoria ben specifica o non vuole etichette nell’ambito dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere, pur ribadendo con fermezza di non essere eterosessuale.

Letteralmente queer significa “strambo” o “eccentrico”. Originariamente era usato come termine dispregiativo, ma quando è stato adottato dalla comunità LGBTQ+ si è trasformato in un termine fieramente inclusivo.

In una famiglia queer le persone che la compongono non si conformano alle norme di genere o sessualità tradizionali. Un concetto potente, che celebra e riconosce la diversità di tutte le famiglie, che proprio per questo andrebbero declinate al plurale.

Dare una vera e propria definizione di famiglia queer significa abbattere dei confini. Principalmente mentali, che poi hanno in genere una matrice sociale e familiare, perché nascono nei luoghi che condizionano, fin da bambini, il nostro essere e la nostra prima percezione del mondo.

Questo tipo di famiglia potrà essere formata anche da lesbiche, gay, bisessuali, asessuali, persone transgender o non-binarie. Ci potranno essere due padri, due madri, ma anche un solo padre, una sola madre, genitori, figli, nonni, fratelli, sorelle, genitori e figli adottivi.

La nascita del Movimento queer

Il Movimento queer è nato negli Stati Uniti alla fine degli anni ’50, attraverso una serie di rivolte. Tra di esse la prima fu quella del 1959 denominata del “Cooper’s Donuts”. Una tavola calda di New York, punto di ritrovo di prostitute, marchettari e queer di strada, vittime di provocazioni da parte della polizia.

L’evento però più significativo nella storia del Movimento queer fu la rivolta di Stonewall. Un bar di New York nel quale nel 1969, un gruppo di poliziotti si presentò senza preavviso e cominciò ad arrestare chi aveva violato la legge sul travestitismo indossando abiti del sesso opposto.

La folla cominciò ad attaccare, lanciando mattoni, pietre e bottiglie addosso alla polizia. I poliziotti si ritirarono nel bar, barricandosi dentro. Quando arrivarono i rinforzi della polizia in tenuta antisommossa cominciarono gli scontri veri e propri che si protrassero per tutta la notte.

Il giorno successivo la voce di quanto era successo si diffuse in tutta la città. La sera centinaia di queer e radicali si ritrovarono nuovamente di fronte allo Stonewall Inn.  

Poche settimane dopo le proteste, attivisti/e queer si incontrarono a New York per dare vita alla prima organizzazione radicale che lottava per la liberazione gay, il “Gay Liberation Front”. Il movimento si espanse fino a contare 80 gruppi attivi negli Usa e all’estero.

La rivolta di Stonewall fu un momento di svolta nelle coscienze di chi era sempre stato/a discriminato/a a causa della propria identità di genere, della propria sessualità. Stonewall portò l’ispirazione per la creazione di un movimento che voleva lottare per la libertà e la giustizia.

Tutto questo diede vita ad altre organizzazioni e alla nascita di simili movimenti anche nei paesi europei. Negli anni Novanta si arrivò alla nascita della Teoria Queer, una visione critica sul sesso e sul genere.