Pensione anticipata donne tra amarezze e dubbi nella riforma del 2024. I primi interventi che anticiperanno la riforma delle pensioni saranno inseriti nella Manovra 2024. Il governo Meloni dovrà chiarire diversi punti previdenziali del canale dedicato alle donne.

Nell’ultimo intervento del 2023, le lavoratrici hanno subito le ennesime penalizzazioni, ritrovandosi, a partire dal 1° gennaio 2023, con modifiche stringenti sui requisiti della misura Opzione donna.

È bastato un correttivo per escludere dal sistema previdenziale una considerevole parte di aventi diritto, che sono state escluse dal sistema a causa dell’assenza delle regole precedenti. Analizziamo nel dettaglio i requisiti e le novità delle pensioni per le donne nel 2024.

Pensione anticipata donne: requisiti e novità

Nella legge di Bilancio 2023, sono state introdotte nuove regole che hanno effettivamente limitato l‘accesso alla pensione anticipata Opzione donna (60 anni e 35 anni di contributi).

Il governo italiano ha di fatto escluso il canale previdenziale dedicato alle donne per lasciare spazio alla nuova misura Quota 103 (62 anni e 41 anni di contributi).

Inoltre, quest’ultima misura contiene delle complicazioni che rendono altrettanto arduo l’accesso al piano pensionistico.

Come sarà la riforma delle pensioni nel 2024?

L‘ultima mossa del governo Meloni somiglia molto a un cane che si morde la coda da solo.

Prima delle modifiche, le donne potevano accedere alla pensione anticipata Opzione donna a 58 e 59 anni di età con 35 anni di contributi, subendo per questa scelta pensionistica un taglio dell’assegno del 35% dovuto all’applicazione del sistema contributivo.

Attualmente, le donne che hanno compiuto 60 anni di età con 35 anni di contributi possono richiedere l’accesso alla pensione anticipata, a condizione che rientrino nei profili di maggiore tutela (invalidità, caregiving e lavoratrici licenziate da aziende in crisi), mentre in passato questa possibilità era aperta a tutte.

È possibile ottenere la riduzione dell’età a 58 o 59 anni in base al numero massimo di due figli. La misura Quota 103 è accessibile ai lavoratori che raggiungono i 62 anni di età e 41 anni di contributi, oltre ad altre condizioni.

Tuttavia, esistono altre possibilità che consentono di anticipare l’uscita dal lavoro. Vediamo quali sono.

Cosa cambia per Opzione donna nel 2024?

Il sottosegretario al Ministero del Lavoro, Claudio Durigon, non si è mostrato favorevole alla misura Opzione donna, ritenendola troppo penalizzante a causa del calcolo dell’assegno completamente basato sul sistema contributivo.

Questo sembra essere il motivo che ha spinto il governo Meloni a modificare i requisiti di accesso al trattamento, dirottando le risorse destinate alle donne verso altre opzioni.

Secondo numerosi esperti, il governo italiano sembra essere fortemente orientato verso un cambio di strategia.

Sembra infatti che stia prendendo in considerazione il ripristino dei requisiti per la pensione anticipata Opzione donna, considerando le forti critiche delle lavoratrici unite all’indignazione delle parti sociali.

Rettificando i requisiti introdotti nel 2023, si consentirebbe a tutte le lavoratrici che soddisfano i requisiti di accedere al trattamento economico.

Tuttavia, anche ripristinando i requisiti precedenti nel 2024, le donne dovrebbero comunque attendere i 60 anni di età anziché i 58 o 59 anni.

In ogni caso, rimarrebbe la riduzione di 12 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 2 anni. Resta da considerare la possibile presenza di alternative aggiuntive per le donne.

Pensione di vecchiaia a 66 anni anziché 67

Nel campo previdenziale, le novità sono sempre numerose. Tra le molte previsioni, emerge anche l’introduzione di sconti particolari per le madri riguardo alla pensione di vecchiaia.

In particolare, si ipotizza l’introduzione di una riduzione di 4 mesi per ogni figlio, ma non superiore a un totale di 12 mesi.

Questa modifica ai requisiti consentirebbe di anticipare l’età di uscita per la pensione di vecchiaia a 66 anni anziché 67, con almeno 20 anni di contributi.

Si tratterebbe di un’opzione riservata alle lavoratrici, con l’assegno calcolato completamente tramite il sistema contributivo.

Ape Rosa 2024

È possibile che i vecchi requisiti della pensione anticipata Opzione donna non vengano ripristinati, ma che il governo introduca invece l‘anticipo pensionistico Ape Rosa nella Manovra 2024.

Questo sarebbe un sussidio accessibile a partire dai 63 anni, con almeno 30 anni di contributi, e garantirebbe un assegno mensile fino a 1.500 euro.

Tuttavia, anche in questo caso, la platea dei beneficiari sarebbe limitata alle categorie meritevoli di tutela.

Pensione anticipata a 61 anni con 35 anni di contributi

Sul fronte previdenziale, le trattative si rivelano lunghe e deludenti. Al momento attuale, non disponiamo di notizie certe, ma solo di previsioni riguardo alla prossima riforma delle pensioni.

Questa è la ragione per cui numerosi esperti stanno considerando il possibile ritorno della Quota 96 in alternativa alla pensione anticipata Opzione donna.

È plausibile che il governo Meloni stia contemplando l’introduzione di un canale di uscita privilegiato per i lavoratori usuranti, gravosi e per le donne.

Se questa misura verrà approvata, permetterà il pensionamento anticipato a 61 anni di età con almeno 35 anni di contributi.