Una delle novità in primo piano del Decreto omnibus è la tassa del 40% sugli extraprofitti delle banche. Al centro dell’attenzione, ha subito scatenato il caos, ma ha anche avuto il plauso da più parti.
La misura è stata approvata dal Consiglio dei Ministri, all’interno del Decreto omnibus investimenti e attività economiche: la tassa colpisce i guadagni eccessivi fatti durante gli ultimi mesi dalle banche e il gettito verrà utilizzato a favore dei cittadini.
Spieghiamo come funziona e quali sono i pareri favorevoli e contrari.
Come funziona la tassa sugli extraprofitti delle banche
Al centro dell’attenzione c’è la tassa sugli extraprofitti delle banche, misura inserita nel Decreto omnibus. L’aliquota del 40%, approvata dal Consigli dei Ministri n. 47, dell’8 agosto 2023, sarà applicata sugli introiti extra realizzati da banche e istituti di credito, alla luce degli interessi sui finanziamenti.
Così come si legge sul Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri, la base imponibile, ovvero il valore su cui si applicherà l’aliquota del 40%, sul valore maggiore tra:
“L’ammontare del margine d’interesse di cui alla voce 30 del conto economico, redatto secondo gli schemi approvati dalla Banca d’Italia, relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2023 che eccede per almeno il 5 per cento il medesimo margine nell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022”.
E:
“l’ammontare del margine di interesse di cui alla voce 30 del conto economico, redatto secondo gli schemi approvati dalla Banca d’Italia, relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2024 che eccede per almeno il 10 per cento il medesimo margine nell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022”.
La tassa non potrà superare lo o,1% del totale attivo della banca e la scadenza per il versamento è fissata al 30 giugno del 2024. Inoltre, si tratta di un’imposta non deducibile ai fini delle imposte sui redditi e dell’imposta regionale sulle attività produttive.
A cosa serve e a chi sono destinate le maggiori entrate
La tassa sugli extraprofitti è stata definita una norma di “equità sociale” ed è stata istituita per via dell’aumento del costo del denaro.
Il prelievo sugli introiti extra sarà limitato al solo 2023 e le entrate saranno destinate:
- Agli aiuti per i mutui sulla prima casa;
- Al taglio delle tasse.
Si prevede che la misura permetterà di mettere da parte un tesoretto di circa 2 miliari di euro, da destinare, appunto, alle famiglie e alle imprese. Infatti, oltre che come misura di equità, la tassa viene anche pensata come misura ad hoc per finanziare le misure di sostegno che abbiamo indicato poc’anzi. Inoltre, il Governo a guida Meloni ha anche l’obiettivo di mettere da parte risorse finanziarie per la prossima manovra di bilancio.
Tasse sugli extraprofitti, quali sono i pareri?
La decisione di tassare gli extraprofitti delle banche ha subito alzato un gran polverone, tra plausi, critiche e preoccupazioni, soprattutto per la paura che la misura potrebbe comportare ripercussioni sui conti correnti.
L’esecutivo difende la misura, i mercati non l’hanno particolarmente gradita. Anche gli stessi partiti di opposizione hanno accolto con favore la misura, ad esclusione del Terzo Polo. Insomma, si tratta di una misura di equità che piace molto ai partiti di sinistra, molto poco ai partiti di centro e anche ad alcuni esponenti, ma non troppi, dei partiti di centro-destra.
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