Carlo Calenda ha annunciato ufficialmente la separazione tra Azione e Italia Viva, evidenziando un chiaro distacco tra i due partiti. Durante un’intervista rilasciata alla trasmissione Agorà, Calenda ha dichiarato:

I gruppi parlamentari si separeranno, lo ha detto Renzi. Ormai siamo due partiti separati, non ho più voglia di mettermi a discutere con Italia Viva, faranno la loro strada e alle elezioni europee noi faremo la nostra.

Calenda: “Separazione imminente tra Italia Viva e Azione”

La separazione dei gruppi parlamentari sembra essere imminente, ma Calenda ha specificato che la decisione ultima spetta a Italia Viva:

La separazione dipende da loro, dato che quei gruppi sono stati eletti con un logo e un simbolo con il mio nome, io non posso andarmene, possono farlo loro. Facciano ciò che vogliono.

L’intervista ha toccato anche la recente cena al Twiga, alla quale hanno partecipato esponenti di Italia Viva e la ministra Santanchè. Calenda ha espresso preoccupazione riguardo a questo incontro:

Non mi interessa dove vanno a cena i compagni di Renzi, mi preoccupa se vanno a cena con un ministro di cui si chiedono le dimissioni, così i cittadini non capiscono niente.

Calenda e il tema del salario minimo: “Principio basilare”

Un altro punto dibattuto è stato il salario minimo. Calenda ha ribadito il suo atteggiamento costruttivo verso l’incontro con il governo sulla questione. Ha sottolineato l’importanza del salario minimo per milioni di lavoratori:

Per noi il salario minimo è un principio basilare che c’è nella gran parte dei Paesi europei. Io sono favorevole all’abolizione del reddito di cittadinanza per chi può lavorare, ha meno di 40 anni e non ha fragilità, ma ci deve essere una retribuzione congrua. Meloni dice che sarebbe controproducente? È una cosa destituita da ogni fondamento. Lo assicuro a Meloni avendo lavorato per anni nelle imprese. Se c’è un contratto a 11 euro l’ora non è che rischi di abbassarlo a 9 euro. Questo appunto non esiste Giorgia, se parli con qualcuno che lavora nelle imprese te lo dice. Lo dice anche Confindustria.

Tuttavia, il leader di Azione ha riconosciuto la sfida che potrebbe rappresentare il raggiungimento di un accordo:

Sono realista: credo e temo che ci sia un 10% di possibilità che esca qualcosa di positivo. Ma credo anche che quel 10% valga almeno un tentativo.

Quindi, lo stesso Calenda ha invitato le forze politiche a collaborare piuttosto che accusarsi reciprocamente:

Il centrosinistra non ha i voti per il salario minimo se un pezzo della maggioranza non collabora. Sarebbe un errore clamoroso se Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle si chiudessero in una trincea per accusare Meloni e viceversa, per poi andare in piazza senza risolvere il problema.

La tassa sugli extraprofitti delle banche: “Punisce i risparmiatori”

Di veduta differente, invece, l’introduzione dell’ormai nota tassa sugli extraprofitti delle banche. Il numero 1 di Azione sottolinea come il prelievo forzato sugli utili degli istituti creditizi, forzerà gli stessi a manovre correttive che ricadrebbe ancora una volta sui piccoli risparmiatori:

La misura ottiene l’effetto opposto. Se tu metti una tassa straordinaria hai due effetti: le banche prestano di meno quindi l’economia si ferma e gli investitori non si fidano più. Queste due cose insieme non funzionano, io capisco che è popolare dire tasso le banche ma così punisci i risparmiatori.