Robbie Robertson, rinomato per il suo contributo inestimabile alla musica rock e folk, è morto all’età di 80 anni. Celebre come il leader di The Band, il virtuoso musicista canadese ha scritto una delle pagine più significative nella storia della musica. Collaborò strettamente con Bob Dylan e più tardi con il cineasta Martin Scorsese, per il quale compose svariate colonne sonore.
Di cosa è morto Robbie Robertson
Da più o meno un anno Robbie Robertson ha dovuto combattere contro una malattia, il cancro alla prostata. Negli ultimi mesi le sue condizioni sono diventate più critiche, fino al decesso avvenuto mercoledì 9 agosto. Non è noto il luogo della morte, quel che è certo è che il cantante era circondato dall’affetto dei suoi cari, e in particolare la moglie Janet e l’ex moglie Dominique, il compagno di lei Nicholas e i figli Alexandra, Sebastian, Delphine e il suo ragazzo Kenny. Per celebrare la sua figura, la famiglia ha chiesto di effettuare donazioni alla Six Nations of the Grand River, per sostenere la costruzione del suo centro culturale.
L’alba della celebrità: gli anni con Bob Dylan
Durante gli anni ’60, la Band supportò Bob Dylan nella sua iconica transizione dall’acustico all’elettrico, marcando un punto di svolta nella storia della musica rock. Con Dylan, Robertson e la Band sperimentarono nuovi suoni e ritmi, unendo tradizioni musicali e ridefinendo il paesaggio del rock. L’album “Music From Big Pink” del 1968 è un tesoro di queste esplorazioni musicali, con “The Weight” come suo gioiello.
Robbie Robertson, The Band e la loro eredità
Emergendo come una forza dominante negli anni ’60 e ’70, la Band influenzò profondamente l’evoluzione della musica popolare, fondendo insieme blues, rock, e le tradizioni folk americane. Canzoni come “The Night They Drove Ol’ Dixie Down” e “Up On Cripple Creek” sono diventate eternamente emblematiche, catturando l’essenza e le sfumature dell’America di quel periodo.
L’incontro con Martin Scorsese
Nel 1978, il leggendario concerto d’addio della Band, tenutosi il 25 novembre 1976, fu immortalato da Martin Scorsese nel film “The Last Waltz“. Questa epica serata vide la partecipazione di stelle musicali come Bob Dylan, Joni Mitchell, Neil Young, e molti altri. Questa collaborazione tra Robertson e Scorsese segnò l’inizio di un sodalizio che proseguì con colonne sonore di film acclamati come “The Departed” e “The Irishman”. Sua la colonna sonora anche del prossimo film di Scorsese, “Killers of the Flowers Moon“, con Leonardo Di Caprio e Robert De Niro.
Robbie Robertson è morto lasciando il segno: la sua vita personale e i successi da solista
Robbie Robertson, nato il 5 luglio 1943 a Toronto, aveva radici culturali ricche, attingendo sia al patrimonio Mohawk che a quello ebraico. Dopo l’epoca della Band, alla fine degli anni ’80, Robertson intraprese una carriera solista, pubblicando album di successo e continuando a influenzare le generazioni future con la sua musica unica. Collaborò con artisti come The Edge degli U2 e Peter Gabriel.
Peculiare e caposaldo della sua carriera anche l’album “Music for the Native Americans“, che fu realizzato come colonna sonora di un documentario, diventando un vero e proprio viaggio nella memoria storica degli Stati Uniti e del popolo che per primo vi abitava.
La vita e la carriera di Robbie Robertson rappresentano un viaggio attraverso decenni di evoluzione musicale. Dal suo inizio con Bob Dylan, alla formazione della Band, alla sua carriera da solista e le collaborazioni con Martin Scorsese, la sua storia è intrecciata con alcuni dei momenti più iconici della musica e della cultura pop.
Canzoni da ascoltare
- The Weight;
- The Night They Drove Old Dixie Down;
- Across the Great Divide;
- Up On Cripple Creek;
- Peyote Healing;
- Shine your Light.