La situazione politica in Niger rimane tesa e incerta dopo l’ultimo sviluppo nel confronto tra la giunta militare al potere e le organizzazioni internazionali che cercano di riportare l’ordine costituzionale nel Paese: la giunta militare ha rifiutato l’ultimo tentativo diplomatico di liberare e reintegrare il presidente destituito, Mohamed Bazoum, e si appresta a formare un nuovo governo. La visita proposta dai rappresentanti del blocco regionale dell’Africa occidentale, dell’Unione Africana e delle Nazioni Unite è stata respinta con il pretesto di “evidenti ragioni di sicurezza in questo clima di minaccia” contro il Niger.

Niger, nuovo governo creato dalla giunta. Ecowas discute intervento

L’ECOWAS, la Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale, aveva precedentemente minacciato di utilizzare la forza se la giunta militare non avesse rispettato l’ultimatum di reintegrare Bazoum entro una data scadenza. Tuttavia, l’intervento militare sembra ora meno probabile, poiché il termine è trascorso senza azioni immediate. La Nigeria ha infatti dichiarato di preferire la strada della diplomazia. I leader dei Paesi membri dell’ECOWAS si riuniranno in ogni caso nei “prossimi giorni” per prendere decisioni cruciali sulla situazione nigerina.

In un momento in cui l’ECOWAS valuta le opzioni, si è formato un nuovo gruppo di opposizione nigerino chiamato “Conseil de la Resistance pour la République” (CRR). Ousman Abdoul Moumouni, ex consigliere di Bazoum, ha annunciato che il gruppo agirà “attraverso azioni” per contrastare i golpisti e ripristinare il presidente Bazoum al potere.

Nel frattempo, la giunta militare ha preso ulteriori misure per consolidare il proprio controllo. Il generale Abdourahamane Tiani, che guida il regime, ha annunciato la formazione di un nuovo governo composto da 21 membri. Il governo include il primo ministro Ali Mahaman Lamine Zeine e 20 ministri, tra cui quelli della Difesa e degli Interni, che sono generali del Consiglio Nazionale per la Salvaguardia della Patria (Cnsp).

La situazione è diventata ancora più complessa con l’annuncio della chiusura dello spazio aereo del Niger e delle dichiarazioni riguardanti un “pre-dispiegamento per la preparazione dell’intervento” in Paesi dell’Africa Centrale da parte della giunta militare. Tali azioni hanno suscitato preoccupazioni regionali e minacce di conseguenze negative da parte del CNSP, che ha cominciato già il dispiegamento delle truppe sui confini.