Nel mondo almeno 12 soggetti su 1-000 soffrono della sindrome di Ménière, un disturbo che colpisce l’orecchio interno, provocando vertigini, tinnito, ipoacusia, perdita di equilibrio, sensazione di orecchio pieno e, molto frequentemente, anche nausea e vomito.
Scendiamo nei dettagli scoprendo sintomi, cause e terapie.
Cos’è la sindrome di Ménière?
Generalmente la malattia colpisce un solo orecchio (disturbo unilaterale), ma in una percentuale che varia tra il 15 e il 40% dei casi colpisce entrambe le orecchie (bilaterale) entro 2-3 anni.
Si verifica più spesso nelle donne, dai 40 anni in su e, soprattutto, se hanno dei casi clinici in famiglia di sindrome di Ménière.
I sintomi sono: vertigini, tinnito, ipoacusia, acufeni, perdita di equilibrio, sensazione di orecchio pieno e, molto frequentemente, anche nausea e vomito. Spesso i sintomi peggiorano nel tempo e portano anche alla perdita di udito permanente.
È importante affidarsi tempestivamente ad una visita specialistica alla comparsa dei primi sintomi, al fine di distinguere la sindrome di Ménière da altre patologie in grado di indurre vertigini come la labirintite o la disfunzione cervicale.
Quali sono i sintomi della sindrome di Ménière?
I principali sintomi della malattia di Ménière sono:
- rumori nell’orecchio e tinnito; possono apparire come tintinnio, rimbombo o ronzio, ma sono principalmente sibili nella gamma delle basse frequenze;
- vertigini improvvise, questo è il segno distintivo della sindrome di Ménière. Il soggetto ha l’impressione che l’ambiente intorno a lui ruoti vorticosamente. Le vertigini possono durare alcune ore, ma anche diversi giorni;
- nausea e vomito, seguiti da sudorazione fredda e ipotensione arteriosa;
- perdita dell’udito unilaterale, cioè perdita dell’udito nell’orecchio interessato. Può capitare che durante il decorso della malattia questa ipoacusia si estenda anche all’altro orecchio, ma di solito accade che il paziente presenti inizialmente un improvviso peggioramento dell’udito in un solo orecchio;
- sensazione di “orecchio bloccato” o pienezza auricolare.
Nella fase iniziale della sindrome i sintomi si presentano come attacchi transitori ed episodici, la cui durata può variare da 20 minuti a qualche ora.
Gli episodi, tipicamente improvvisi e in forma acuta, si ripetono circa 3-4 volte al giorno e interessano un solo orecchio.
Accade spesso che per diversi giorni consecutivi, e talvolta fino a una settimana di seguito, il paziente sperimenti manifestazioni molto vicine nel tempo. In media, un paziente con sindrome di Ménière allo stadio iniziale sperimenta da 6 a 11 crisi in un anno.
Con il progredire della malattia, alcuni sintomi possono diventare permanenti.
È quello che accade, ad esempio, con la diminuzione della capacità uditiva: una persona sottoposta a ripetuti attacchi nel corso degli anni sviluppa danni irreversibili alle strutture che interessano il labirinto e la coclea.
In alcuni casi, la situazione può essere così compromessa da portare alla completa sordità dell’orecchio interessato.
Anche l’acufene (percezione di ronzio o ronzio nell’orecchio) può diventare permanente, sebbene sia un fenomeno meno comune. Lo stesso vale per le vertigini e la mancanza di equilibrio.
Quali sono le cause della sindrome di Ménière?
Ad oggi non è possibile identificare con certezza l’origine della sindrome di Ménière. Tuttavia, un segno distintivo della malattia è un accumulo anormale di endolinfa all’interno del labirinto dell’orecchio interno.
Altri possibili fattori scatenanti includono infezioni dell’orecchio interno o delle vie aeree superiori, traumi alla testa e predisposizione genetica.
Alcune cattive abitudini come il fumo, il consumo eccessivo di caffeina e alcol o l’esposizione a rumori forti possono agire da catalizzatore per la crisi. La sindrome di Ménière può essere ereditaria e colpire chiunque, indipendentemente dall’età, ma peggiora nel corso degli anni.
Quali terapie vengono utilizzate?
Per ottenere la diagnosi più idonea e la relativa cura è indispensabile recarsi da uno specialista per una visita e sottoporsi ad un esame audiometrico, impedenziometrico ed eventualmente una risonanza magnetica cerebrale.
Purtroppo, come anticipato, al momento non esiste una cura specifica per la malattia di Ménière, ma esistono trattamenti in grado di alleviare i sintomi e quindi elevare la qualità della vita dei pazienti colpiti.
Esistono due tipi principali di approccio:
- farmacologico, adatto ai casi meno gravi;
- chirurgica, per intervenire nelle forme più acute della patologia, dove i trattamenti farmacologici non sono in grado di ottenere gli effetti desiderati.