Riforma pensioni 2024, dopo la pausa estiva il governo tornerà a lavoro per adottare canali di uscita anticipata anche per le lavoratrici, in particolare con ritocchi sull’attuale opzione donna, con sconti nella pensione di vecchiaia e con la possibilità di adottare una nuova quota. Presumibilmente, i tavoli per la discussione delle nuove misure per le lavoratrici riprenderanno a ottobre, quando si avrà un’idea più precisa delle risorse delle quali il governo disporrà per la legge di Bilancio 2024.
A settembre, infatti, è prevista l’adozione della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Nadef), grazie alla quale si potrà fare maggiore chiarezza su ciò che si potrà fare e ciò che dovrà essere rimandato. Riguardo alle lavoratrici, in ogni modo, l’urgenza sembrerebbe essere quella di una nuova proroga dell’opzione donna. Ad oggi, infatti, rimarrebbero tagliate fuori dalle pensioni anticipate le nate nel 1964 e 1965 (per il 2024).
Riforma pensioni 2024, le ipotesi per le lavoratrici: opzione donna, sconto sulla vecchiaia e nuova quota
Cosa cambierà con la riforma delle pensioni nel 2024 per le lavoratrici? Molte delle attese sono riposte sulla nuova opzione donna, misura che consente alle lavoratrici di uscire dal lavoro intorno ai 60 anni di età. Tuttavia, la misura uscita dalla legge di Bilancio 2023 ha riservato alle donne una restrizione della platea delle uscite anticipate, soprattutto per l’adozione dei criteri – simili a quelli dell’Ape sociale – per agganciare l’opzione donna. Pertanto, alle lavoratrici è richiesta – oltre all’età di 60 anni e ai 35 anni di contributi – anche l’essere disoccupate, caregiver o disabili al lavoro per almeno il 74 per cento.
A tali condizioni, il numero delle lavoratrici che quest’anno sta riuscendo ad andare in pensione con l’opzione donna è in netto calo rispetto al 2022. Proprio l’opzione donna può cambiare con la legge di Bilancio 2024, con l’eliminazione delle condizioni di accesso alla misura di uscita anticipata, con eventuali sconti sull’età di uscita di un anno per ogni figlio avuto.
Riforma pensioni opzione donna, quale uscita per le nate nel 1964 e 1965?
Tra le nuove “esodate” delle misure di pensione anticipata adottate nel 2023 ci sono le lavoratrici nate nell’anno 1964 per l’anno in corso, alle quali si aggiungerebbero quelle del 1965 per il prossimo anno. Per tute queste lavoratrici occorrerà trovare una soluzione che potrebbe arrivare anche da altre misure di pensione anticipata. Ad esempio, dall’ipotesi della nuova quota 96, maturabile a 61 anni di età unitamente a 35 anni di contributi. Su questa ipotesi si può lavorare, anche prevedendo degli sconti alle lavoratrici in base al numero dei figli avuti.
Sconto età pensione di vecchiaia, ecco per chi
Quella degli sconti è una possibilità che, addirittura, sta facendo registrare qualche consenso anche se l’obiettivo è l’uscita dal lavoro con la pensione di vecchiaia dei 67 anni. Infatti, la riforma Fornero delle pensioni ha fatto pareggiare i requisiti di uscita delle lavoratrici rispetto agli uomini nel giro di pochi anni. Adesso, l’ipotesi è quella di concedere quattro mesi di sconto, fino a un massimo di tre figli e un anno di taglio, con uscita a 66 anni e non a 67. Gli anni di contributi rimarrebbero, come prevede la disciplina attuale, sempre 20.
Ape sociale 2024, altre categorie lavorative ammesse all’uscita anticipata?
Qualche variazione potrebbe arrivare anche dall’Ape sociale che consente di uscire anticipatamente, a 63 anni di età, ottenendo un assegno mensile di 1.500 euro fino alla maturazione della pensione di vecchiaia. Tra le ipotesi che stanno circolando per il prossimo anno, vi è quella di allargare il numero delle categorie di lavoratori usuranti e gravosi, attualmente fissato a 23. In questo modo, si potrebbe concedere a lavori con maggiore incidenza femminile (come è avvenuto per le maestre negli anni scorsi), di poter agganciare un canale di uscita che consente di anticipare la pensione fino a quattro anni.