E’ morto all’età di 81 anni Sixto Rodriguez il cantante americano che negli anni Settanta pubblicò tre dischi, diventando poi famosa per la lotta all’apartheid in Sudafrica. Un’icona della musica internazionale, la sua vicenda fu riscritta nel 2012 nel documentario Searching for Sugar Man del regista Malik Bendjelloul che nel 2013 vinse il premio Oscar.

Sul suo sito ufficiale si legge:

È con grande tristezza che noi di Sugarman.org annunciamo che Sixto Diaz Rodriguez è morto oggi. Porgiamo le nostre più sentite condoglianze alle sue figlie, Sandra, Eva e Regan, e a tutta la sua famiglia. Rodríguez aveva 81 anni. Possa la sua cara anima riposare in pace” è il messaggio.

Di seguito tutti i dettagli sulla sua vita: causa morte, sfera pubblica e privata.

Sixto Rodriguez causa morte

Non ci sono dettagli sulla causa della sua morte, ma a quanto pare Sixto Rodriguez avrebbe sofferto di problemi di salute da qualche anno.

Chi è la moglie

La moglie di Sixto Rodriguez si chiama Konny Rodriguez. I due si sono sposati nel 1994 e si sono separati poco prima che lui morisse.

Chi sono i figli

Sixto Rodriguez ha tre figlie Sandra, Eva, Regan.

Biografia del cantautore

Sixto Rodriguez è anche conosciuto come l’uomo che visse due volte, infatti, qualche tempo fa girava la voce che si fosse suicidato o che si trovasse in carcere o al manicomio dato che sparì per circa 30 anno dalla scena musicale. Ma partiamo dall’inizio: il cantautore è nato a Detroit il 10 luglio 1942. Chiamato Sixto perché sesto figlio, la sua famiglia era di modeste condizioni. Suo padre era messicano ed era immigrato negli Stati Uniti negli Anni Venti, sua madre, invece, era nata negli Stati Uniti ma aveva origini sia americane che europee.

La sua carriera musicale iniziò tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta, quando, mentre lavorava come operaio nell’industria automobilistica, si esibiva di sera con la sua chitarra nei locali di Detroit. E fu proprio in quel periodo che pubblicò due album “Cold fact” e “Coming from reality” attraverso cui trattò temi sociali.

Negli Stati Uniti il suo lavoro non ottenne successo mentre in Australia divenne popolare e la stessa cosa avvenne in Sud Africa. In particolare i suoi testi lasciarono il segno in quanto trattavano anche il tema dell’Apartheid. Le copie dei suoi dischi venivano venduti clandestinamente e la sua fama venne alimentata dal fatto che si diceva che si fosse suicidato sul palco durante un concerto o che si trovasse in carcere o in manicomio.

Il diretto interessato invece continuava ad essere un semplice operaio e sindacalista del suo Paese, completamente ignaro delle notizie che circolavano sul suo conto in Africa.

La sua vita è cambiata radicalmente grazie ad internet per mezzo di un giornalista sudafricano che nel 1997 aprì un sito per cercare Sugar Man, titolo del suo brano più famoso, usando le poche informazioni che aveva a disposizione. Una delle figlie di Sixto venne a conoscenza di questa iniziativa e non perse occasione di contattare via mail gli autori della ricerca che a loro volta organizzarono un viaggio in Sudafrica, con sei concerti pieni di persone.

Il documentario diretto dal regista svedese Malik Bendjelloul uscì qualche anno dopo e soltanto con la sua pubblicazione, con tanto di Premio Oscar, Sixto Rodriguez divenne famoso in tutto il mondo. Da quel momento, il cantautore tornò ad esibirsi e a vendere dischi legalmente diventando un’icona di uguaglianza e esempio di umiltà. Con la sua morte ha lasciato un grande vuoto nel mondo musicale che non potrà mai dimenticare la sua grandezza personale e professionale.