Il caso De Agelis si è chiuso con le ultime dichiarazioni di Francesco Rocca, il quale ha confermato di non revocare l’incarico di responsabile della Comunicazione della Regione al collega di partito. Situazione che è stata monitorata attentamente da tutte le parti politiche, così come da Forza Italia che per voce di Giorgio Mulé ha preso atto della decisione da parte dei vertici di Fratelli d’Italia nonostante le forti pressioni delle opposizioni.

In una lunga intervista rilasciata a La Repubblica, il deputato di FI e vicepresidente della Camera ha commentato in questa maniera quanto successo nelle ultime ore:

Caso De Angelis? Rocca avrà fatto una valutazione, avrà ritenuto che le scuse profonde e sentite di De Angelis ristabiliscono la credibilità e l’autorevolezza che il portavoce deve avere. Non mi sento di aggiungere altro. Il mancato intervento di Giorgia Meloni? La leader e i dirigenti di Fratelli d’Italia avranno fatto delle considerazioni che conducono in questa direzione. Non voglio entrare nelle scelte di altri partiti.

Mulè sul caso De Angelis e sulle recenti uscite degli esponenti di centrodestra

Da valutare ancora una volta, però, le dichiarazioni da parte di alcuni esponenti di centrodestra che vanno in contrasto con quanto riportano le sentenze e rispetto a quanto dettato dalla storia. Uscite che mettono puntualmente in pericolo l’esecutivo, come è successo con la strage di Bologna:

Dalle altissime cariche istituzionali ai semplici militanti di FdI, ci sono state uscite che gli stessi protagonisti hanno definito sbagliate e che io chiamo improvvide, legate a fatti della storia, o della storia giudiziaria, che hanno marcato l’Italia negli ultimi 60 anni. Rigurgiti che, nel caso di De Angelis, sono esasperati da vicende personali o familiari, ma che da parte di altri sono frutto di un’elaborazione che fa a pugni con l’anima del Paese.

Mulé ha ribadito il concetto che in Forza Italia non c’è alcuna componente che vada in favore del revisionismo storico e che questa posizione è in netta distanza con gli altri partiti:

Il nostro carattere che é sempre stato lontano dal revisionismo, seppur di maniera o di opportunità. In questo c’è la distanza evidente fra Forza Italia e gli altri partiti. Vede, la nostra può essere giudicata come attività di disturbo e invece c’é un fatto identitario che reclamo e rilancio. Le radici culturali di Forza Italia non sono cambiate: e sono quelle del Berlusconi di Onna, del Berlusconi degli ultimi tempi.

Tema alleanze in Europa, Mulé: “Noi abbiamo nel dna il popolarismo e non il populismo”

Infine, il deputato di Forza Italia è stato interpellato anche sul tema alleanze all’interno dell’Europa con il Ppe pronto ad accogliere Giorgia Meloni:

Weber ha detto una cosa che può anche essere accolta con un’alzata di sopracciglio: Meloni e altri devono dimostrare di essere al fianco dell’Europa che lui ha in mente. Il Ppe in Polonia sta con Tusk, che sfida Morawiecki, uno dei leader dei Conservatori. Se il vento di centrodestra che é calato in Spagna dovesse scemare anche in Polonia, la prospettiva europea cambia decisamente. Una cosa é certa: noi, oggi, dobbiamo marcare le differenze. Alleanza fra Ppe e Conservatori? Dico che rinvierei la corsa ad amalgamarsi al dopo elezioni europee, con un dato di ingovernabilità già acquisito. Noi abbiamo nel dna il popolarismo e non il populismo, abbiamo una diversità di approccio. Poi, dopo il voto, se è il caso faremo di necessità virtù. Alle Europee non corre il centrodestra unito, corrono Forza Italia e il Ppe. Non dobbiamo avere paura a sottolineare la nostra identità, le nostre idee che possono essere diverse dagli altri, dal patto di stabilità all’immigrazione. È un’opinione personale, sottolineo.