Oggi 9 agosto sono trascorsi 32 anni da quando il magistrato Antonino Scopellitti venne ucciso dalla mafia. Sua figlia Rosanna, attiva in politica e nell’associazione che porta il nome del padre, polemizza sullo stato delle indagini riguardo l’omicidio: “È finita la pazienza, è finito il tempo della speranza, il tempo della fiducia. Oggi rimarrò in silenzio“.

Rosanna Scopelliti chiede la verità su chi abbia ucciso suo padre

L’ex deputata di centrodestra aveva annunciato, il 9 agosto del 2022, che alla prossima commemorazione in ricorso del padre Antonino sarebbe rimasta in silenzio. Una scelta polemica e allo stesso tempo accusatrice: Rosanna ritiene che le indagini delle Forze dell’Ordine abbiano da tempo segnato il passo e che non siano state perseguite con la dovuta attenzione e serietà.

Antonino Scopelliti venne assassinato il 9 agosto 1991 sulla strada provinciale tra Villa San Giovanni e Campo Calabro, mentre si trovava in vacanza in Calabria. Mentre tornava a casa da una giornata al mare, da una moto appostata lungo la strada due uomini spararono con fucili calibro 12 caricati a pallettoni, uccidendo all’istante il magistrato. Scopelliti stava preparando in quel periodo il rigetto dei ricorsi in Cassazione proposti dalle difese di diversi esponenti mafiosi condannati nel primo maxiprocesso a Cosa Nostra.

Chi ha ucciso Antonino Scopelliti è una domanda che in molti si fanno da quell’agosto del 1991 e la figlia Rosanna crede che le indagini, così come sono portate avanti, non produrranno alcun risultato concreto. Il commento dell’ex deputata è netto nel suo giudizio:

Avevo sette anni il 9 agosto del 1991. Oggi è mia figlia ad avere la stessa età e a chiedermi perché il nonno è stato ucciso e non la può portare a mare. Trentadue anni dopo ascolto da mia figlia le stesse domande che mi ponevo quando cercavo di ritrovare tra le stanze di una casa vuota un abbraccio o un sorriso perso per sempre. E non ho una risposta.

Se la dinamica dell’omicidio è chiara, come ipotizzabile anche il movente, i mandanti non sono mai stati trovati. Il giudice Giovanni Falcone, pochi giorni dopo il delitto, collegò la morte di Scopelliti alla sua attività di magistrato:

L’ultimo delitto eccellente, l’uccisione di Antonino Scopelliti, è stato realizzato, come da copione, nella torrida estate meridionale cosicché, distratti dalle incombenti ferie di Ferragosto e dalla concomitanza di altri gravi eventi, quasi non vi abbiamo fatto caso. Unico dato certo è la eliminazione di un magistrato universalmente apprezzato per le sue qualità umane, la sua capacità professionale e il suo impegno civile. Ma ciò ormai non sembra far più notizia, quasi che nel nostro Paese sia normale per un magistrato, e probabilmente lo è, essere ucciso esclusivamente per aver fatto il proprio dovere.

Parole che risuonano anche in ciò che Rosanna ha detto alle agenzie di stampa:

Dieci, venti trenta… trentadue gli anni in cui si è cercata verità e giustizia. Trentadue i colpi inflitti alla nostra voglia di resistere, di crederci, di avere fiducia ancora e ancora e ancora. Trentadue ulteriori colpi inflitti alla memoria di un magistrato, un Uomo che ha servito questo Paese con passione e impegno. Chiedo scusa a Papà, chiedo scusa a mia figlia perché evidente in questi trentadue anni non sono riuscita a fare abbastanza per far comprendere l’importanza della verità, la necessità di ottenere delle risposte in tempi celeri dalla magistratura.

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