Agosto è tradizionalmente un mese di grande movimentazione per il mercato del lavoro, non solo stagionale. Ci sono importanti novità in merito alle assunzioni per agosto 2023. Infatti, quest’anno, si segnala un incremento del 3% nelle richieste di personale, rispetto all’anno precedente. Le imprese sono pronte ad avviare 293 mila nuovi contratti di lavoro, offrendo opportunità sia a chi cerca la prima occupazione che a chi desidera un cambiamento professionale.

Assunzioni agosto 2023: numeri e dati, una crescita significativa

Rispetto al 2022, le imprese sono pronte a siglare 8 mila contratti in più. Tuttavia, non tutto è roseo: per il trimestre agosto-ottobre, si prevede una leggera contrazione nel numero di assunzioni, con 1,3 milioni di posizioni, rispetto ai numeri dell’anno precedente (-0,7%).

Questi dati non sono frutto di speculazioni, ma provengono dal Bollettino del Sistema Informativo Excelsior. Unioncamere e Anpal, che collaborano alla creazione di questa risorsa, offrono uno sguardo approfondito sulle dinamiche del mercato del lavoro italiano, rendendo possibili previsioni accurate.

L’industria alla ricerca di nuove risorse

Il settore industriale, tra i pilastri dell’economia italiana, mostra una forte domanda di lavoro. Con una richiesta complessiva di 84 mila lavoratori, si prevedono numerose opportunità nel settore manifatturiero. Le industrie meccatroniche, quelle alimentari, bevande e tabacco e il settore metallurgico sono i sotto-settori che mostrano una maggiore esigenza di personale.

Assunzioni agosto 2023: costruzioni e servizi sempre in crescita

Oltre all’industria, anche il settore delle costruzioni e dei servizi mostra un andamento positivo. La domanda di lavoro nel comparto costruzioni si attesta su 28 mila assunzioni, mentre il settore servizi prevede ben 209 mila nuovi contratti.

Assunzioni agosto 2023: turismo sempre al vertice

Il settore turistico italiano, noto in tutto il mondo, non mostra segni di rallentamento. Con una richiesta di 62 mila nuovi lavoratori, si prevede una grande stagione per il turismo, seguito da servizi alle persone, commercio e supporto alle imprese a alle persone.

Contratti e tipologie: cosa offre il mercato?

L’incremento nelle assunzioni a tempo indeterminato (6 mila unità in più, +12,5%) mostra la volontà delle imprese di investire sul lungo termine. I contratti a termine e stagionali mostrano anch’essi un trend positivo (9 mila unità in più, +6,3%). Tuttavia, si registra un calo nei contratti occasionali (-24,9%, corrispondente a 4 mila unità in meno) e in somministrazione (-7,9%, ovvero 3 mila unità in meno), segno delle nuove esigenze del mercato.

I settori dove ci sono i mestieri più difficili da trovare

Mentre le opportunità aumentano, anche le sfide crescono. Circa il 47,5% delle assunzioni risultano difficili da coprire, soprattutto nelle aree tecniche e specializzate. Si tratta di una percentuale piuttosto considerevole, visto che solamente un anno fa, ad agosto 2022, la percentuale di difficoltà di reperimento si era fermata al 41,6%. In un anno, quindi, questo tasso è aumentato del 5,9% e il trend, visti i dati recenti, non sembra voler diminuire o arrestarsi.

Ovviamente ci sono settori molto più colpiti di altri e questi sono principalmente caratterizzati dalla necessità di competenze specifiche. Le professioni legate all’ingegneria (69,3% delle risorse difficili da trovare), alla progettazione e alla manutenzione (64,2%) sono quelle per cui si registra una maggiore difficoltà di reperimento. Difficili da trovare anche gli operai nei settori delle costruzioni (72,8%), i fonditori e saldatori (70,1%) e i fabbri ferrai (70,1%).

Leggi anche: Competenze digitali: le imprese italiane cercano, ma non trovano

Aumentano i lavoratori immigrati

Un aspetto da non sottovalutare è l’importanza dei lavoratori stranieri nel mercato del lavoro italiano. Con un aumento del 22,6% (+11 mila unità), essi rappresentano una risorsa preziosa, specialmente nei settori dei servizi di supporto a imprese e persone (35,7%), nel trasporto, della logistica (36,5%), del settore alimentare (27%) e dell’edilizia (26,3%).