Torna a far discutere l’ultima uscita di Martina Navratilova, stavolta sulle atlete transessuali che si iscrivono a tornei di tennis femminili. La leggenda della racchetta si è detta contrariata rispetto l’apertura da parte dell’Usta (United States Tennis Association, ndr) delle iscrizioni di atlete trans nei tornei femminili per donne over 55 e, ancor più nello specifico, della vittoria di una tennista nata uomo, Alicia Rowley, durante la competizione. Troppa la differenza nel fisico, nonostante la transizione dell’identità di genere.

Le parole di Martina Navratilova sulle atlete trans nel tennis femminile:

L’ex tennista ceca naturalizzata statunitense, ha twittato contro l’organo di governo nazionale del tennis negli Stati Uniti, etichettando le atlete trans come “maschi falliti”:

Hey, Usta: il tennis femminile non è per atleti maschi falliti, qualunque sia l’età. Questo sarebbe consentito agli US Open di questo mese? Solo con un documento d’identità? Non credo… È patriarcato per gli uomini biologici insistere sul diritto di entrare negli spazi creati per le donne. Quanto è difficile da capire? È patriarcato che gli uomini biologici insistano sul diritto di competere nella categoria femminile nello sport.

Le parole di Navratilova, sono state riprese anche dall’ex tennista Kimberley Jones, presidente dell’associazione Icons che sostiene lo sviluppo dello sport femminile:

il tennis femminile si sta trasformando in uno zimbello a causa di queste terribili politiche che danno priorità alla salute mentale e all’identità degli uomini rispetto alle donne. Gli uomini stanno vincendo titoli nazionali, prendendo il posto delle donne nel tennis di squadra e gareggiando nei tornei femminili in tutto il Paese, ma esiste già una categoria per gli atleti maschi e bisogna quindi lasciare che le atlete si divertano a giocare a tennis.

Si tratta di un tema che farà certamente discutere e che sarà da trattare il prima possibile, per evitare la nascita di nuove situazioni complicate.

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