L’aumento della busta paga e la riforma fiscale rappresentano finalmente prospettive positive per i lavoratori. Nel corso del 2024 è previsto un consistente incremento degli stipendi. Le cifre indicano un possibile aumento fino a 200 euro, grazie alle misure incluse nella riforma fiscale e alle nuove aliquote IRPEF.
L’approvazione della legge delega per la riforma fiscale da parte del Parlamento segna un passo significativo per i lavoratori. L’introduzione della nuova tassazione voluta dal governo Meloni entrerà in vigore tramite la pubblicazione dei decreti attuativi. Inoltre, sono previste importanti novità nel settore fiscale.
Busta paga e riforma Fiscale: ecco chi sono i beneficiari dei nuovi interventi
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il viceministro Ministro Maurizio Leo, ha spiegato i risultati prodotti sulla busta paga attraverso la riduzione delle aliquote IRPEF, con il passaggio da quattro a tre. Si tratta di interventi che mirano all’adozione progressiva della flat tax.
In ogni caso, il passaggio graduale sarà attivato nel rispetto dei principi di progressività fiscale e delle leggi costituzionali italiane.
Nello specifico, si tratta dell’applicazione della legge delega della riforma Fiscale fissa spalmata su un periodo biennale.
I punti principali del nuovo Fisco saranno orientati sull’abbattimento dei costi aggiuntivi correlati all’applicazione dei nuovi interventi. Lo scopo principale sarà evitare un aumento dell’onere fiscale per i cittadini e le imprese.
Come cambia la busta paga con le nuove aliquote?
Nella nuova riforma Fiscale sono previsti interventi diretti sulla busta paga attraverso il riordino delle aliquote IRPEF. Il governo Meloni, con l’attuazione della legge delega, prevede di ridurre gradualmente il numero delle aliquote IRPEF fino a sposare un sistema completamente fondato sulla flat tax.
In sostanza, si presume che l’IRPEF sarà oggetto di rimodulazione basata su tre fasce di reddito anziché le ordinarie quattro.
Ad oggi, le aliquote IRPEF trovano applicazione su quattro fasce di reddito:
- Viene applicato il 23% per i reddito fino a 15.000 euro;
- Viene applicato il 25% per i redditi compresi tra 15.001 e 28.000 euro;
- Viene applicato il 35% per i redditi compresi tra 28.001 euro e 50.000 euro;
- Viene applicato il 43% per i redditi che superano 50.001 euro.
Le nuove aliquote IRPEF dovrebbero trovare applicazione su tre fasce di reddito:
- aliquota del 23% per i redditi fino a 28 mila euro;
- aliquota del 27% per i redditi compresi tra 28.000 e 50 mila euro;
- aliquota del 43% per i redditi che superano 50 mila euro.
Tuttavia, non si esclude una diversa suddivisione delle aliquote IRPEF. Infatti, è possibile che le nuove aliquote IRPEF trovino una diversa applicazione, come ad esempio il 23% per i redditi fino a 28 mila euro; il 35% per i redditi compresi tra 28.000 e 50 mila euro e, infine, il 43% per i redditi che superano 50 mila euro.
La revisione e la graduale riduzione dell’IRPEF non è ancora operativa, si presume che potrebbe essere introdotta tra il 2024 o 2025. Nel merito, ricordiamo la questione è in piena fase di trattativa, per cui il Governo non approvato ulteriori Decreti Legislativi correlati al Disegno di Legge delega.
Quanto aumenta lo stipendio per questi redditi?
La revisione e la graduale riduzione dell’IRPEF permetterebbe ai lavoratori che rientrano nella fascia di reddito fino a 25.000 euro di ottenere un taglio delle imposte fino a 200 euro all’anno.
A questi passaggi andrebbero applicati altri interventi correlati dalla riduzione della pressione fiscale per le famiglie fragili o per l’affitto. In tutto questo, dovrebbero essere incluse anche le spese sostenute per interventi di efficientamento energetico.
Resa da considerare che nei prossimi mesi lo stipendio di molti lavoratori potrebbe subire un aumento legato all’esonero contributivo, che potrebbe raggiungere fino al 7% per coloro i quali hanno maturato una retribuzione non superiore a circa 25mila euro all’anno, inclusa la tredicesima. Per coloro che percepiscono redditi fino ai 35mila euro, l’esonero dovrebbe attestare al 6%. La misura che prevede la riduzione del cuneo fiscale, rimarrà attiva fino al 31 dicembre 2023.
In conclusione, l’aumento in busta paga è subordinato dalla presenza di molteplici condizioni che, quando combinate, conducono all’abbattimento della pressione fiscale.