Pippo Inzaghi compie 50 anni: il riassunto della carriera. – Una vita sul filo del fuorigioco e una frase che – in modo scherzoso – si è sentita spesso: “In epoca Var, Inzaghi avrebbe avuto problemi”. Ma Pippo Inzaghi sapeva calcolare al millimetro lo spazio e al decimo di secondo il tempo per scattare o fare un movimento in profondità. Risultato: 291 gol in carriera, dato non banale. Oggi 9 agosto 2023 l’ex attaccante di Juventus e Milan, oggi allenatore della Reggina seppur con tantissimi dubbi, compie 50 anni. Una vita per il gol, ricca di successi, cadute e riscatti che è poi culminata con una serie di trofei invidiabile. Tra cui due Champions League e un Mondiale storico nel 2006. Di seguito, il riassunto della gloriosa carriera di Pippo Inzaghi.

Pippo Inzaghi compie 50 anni: gli inizi di carriera

Il Pippo Inzaghi calcistico nasce al Piacenza, nelle giovanili, già a partire da 12 anni. A 18 anni, nel 1991, arriva l’esordio in Prima Squadra con il club piacentino in Coppa Italia contro il Modena. Mentre qualche mese dopo, nel corso della stagione 1991/92, arriva anche l’esordio in Serie A contro la Casertana, ma senza trovare il gol. Viene così ceduto in prestito nella stagione successiva all’Albinoleffe, dove a 19 anni segna ben 13 reti in 21 partite, iniziando ad attirare su di sé gli occhi di club di Serie A. L’anno successivo passa al Verona, facendo un salto di categoria in Serie B, dove comunque non perde il vizio di far gol e totalizza 13 gol in 36 partite. Nel 1994/95 il ritorno al Piacenza, dove riuscirà a vincere il campionato e approdare in Serie A, contribuendo alla causa con 15 gol in 37 partite.

Nel 1995/96 per lui c’è l’occasione Serie A con la maglia del Parma. Vive una stagione tormentata, va vicinissimo al passaggio al Napoli, ma per una serie di combinazioni alla fine rimane con i ducali anche nel mercato invernale. A metà stagione subisce però anche un infortunio al piede sinistro in amichevole, non molla, rimane in campo e segna anche un gol finché non viene “costretto” dall’allenatore a uscire. La diagnosi dice frattura del quinto metatarso e tre mesi di stop.

La stagione si chiude con 15 presenze e 2 gol. Ma si sa, dai momenti bui vengono fuori gli anni migliori ed ecco che nel campionato successivo, quello 1996/97, passa all’Atalanta. Exploit. In quel campionato Inzaghi diventa capocannoniere (primo atalantino della storia) grazie a 24 gol in Serie A. Una stagione da sogno quella di Pippo, che da lì non si fermerà più, andando in doppia cifra per sette anni consecutivi.

Il passaggio alla Juve e poi il Milan: in mezzo la vittoria del Mondiale

Una stagione così non può passare inosservata e allora a mettergli gli occhi addosso è la Juventus, che lo acquista per 20 miliardi di lire. Arriva quasi tra lo scetticismo generale, con tanti tifosi e addetti ai lavori curiosi di vederlo all’opera con Alex Del Piero. Risultato? Uno scudetto vinto, una Supercoppa Italiana, una finale di Champions League persa contro il Real Madrid e 27 gol stagionali realizzati, di cui 18 in Serie A. In bianconero rimane per quattro stagioni, non facendo mai mancare il suo apporto in zona gol. Anche l’anno successivo, complicato per la Juventus dal punto di vista dei risultati, segna 20 reti in tutte le competizioni. Nelle ultime due stagioni vince solo una Coppa Intertoto, ma comunque concludendo la sua esperienza bianconera con 89 gol in 165 partite in quattro anni.

La carriera di Pippo Inzaghi si identifica però con la maglia del Milan, squadra della quale il padre era grande tifoso. In rossonero Inzaghi è infatti rimasto dal 2001 al 2012, segnando la bellezza di 126 gol totali in 300 partite. Ciò che però stupisce è il saper essere decisivo quando conta. L’investimento del Milan (70 miliardi di lire) viene ripagato nel corso di queste stagioni, con Inzaghi che già nella stagione 2002/03 vince la Champions League in finale proprio contro la sua Juventus. Le due stagioni successive (2003/04 e 2004/05) sono caratterizzate da diversi infortuni, momenti difficili e delusioni calcistiche.

La più forte è senza dubbio quella della finale di Istanbul nel 2005, quando il Liverpool si fa rimontare da 2-0 a 2-3 dal Liverpool e perde la finale di Champions League. Nel 2003/04 vince anche uno scudetto, ma da assoluto comprimario visti gli infortuni. Il riscatto arriva nella stagione 2005/06, quando Inzaghi segna 17 gol totali con la maglia del Milan.

Il Mondiale con l’Italia e la “seconda” Champions

Questa stagione gli vale la convocazione di Marcello Lippi per il Mondiale del 2006, dove Inzaghi – non titolare di quella nazionale – segna anche contro la Repubblica Ceca nella fase a gironi (emblematica è l’azione con lo scatto di Barone) e diventa Campione del Mondo con la nazionale italiana. Le soddisfazioni però non finiscono e nel 2006/07, ad Atene, con il Milan si prende la rivincita contro il Milan. 2-1 il risultato finale. Gol, manco a dirlo, entrambi a firma Pippo Inzaghi.

Questo è il momento senza dubbio più alto della sua carriera. Da lì vive altre due buone stagioni in termini realizzativi, fino ad arrivare poi agli anni tra il 2009 e il 2012, dove Inzaghi segna poco essendo ormai a fine carriera. Il ritiro arriva il 13 maggio 2012, quando Inzaghi gioca (e segna) contro il Novara nella sua 300esima partita in rossonero. Si chiude così una carriera di un calciatore iconico del calcio italiano.

Pippo Inzaghi compie 50 anni: gli anni da allenatore

Nel 2014/15, dopo aver svolto vari corsi, decide di iniziare la carriera da allenatore. Lo fa da dove aveva terminato: dal Milan. Parte dagli Allievi Nazionali e poi passa anche alla Primavera, con cui vince il Torneo di Viareggio nel 2014. Pochi mesi dopo, a giugno, viene promosso ad allenatore della Prima squadra, ma con i rossoneri si piazza al decimo posto. Poco per la storia del Milan: esonerato.

Inzaghi fa un passo indietro e riparte dal Venezia, in Serie C, con cui al primo anno – nel 2016/17 – vince il campionato e viene promosso in Serie B. Viene riconfermato e da matricola del torneo si classifica al quinto posto al primo anno di Serie B. Annate che gli valgono la chiamata in A del Bologna, con cui però viene esonerato. Torna in B e vince il campionato con il Benevento, squadra dove rimane anche l’anno successivo ma piazzandosi al 18esimo posto e retrocedendo ancora in Serie B.

Nel 2021/22 riparte dal Brescia, dove però non riesce a concludere la stagione e venendo esonerato a marzo 2022 dopo qualche piccolo screzio con il presidente Cellino. Nello scorso campionato, invece, ha guidato la Reggina ai playoff di Serie B, dove però esce al primo turno contro il Sudtirol. Adesso è formalmente ancora l’allenatore dei calabresi, ma la probabile ripartenza dai dilettanti degli amaranto presuppone che Pippo Inzaghi – che oggi 9 agosto ha compiuto 50 anni – lascerà la panchina.