Con più di cinquantadue miliardi di dollari, stanziati in fondi pubblici, gli USA, attraverso aziende leader come Intel, mettono in campo una strategia economica – industriale; per affermarsi come leader globali nella produzione di semiconduttori.

La posta in gioco è alta. Tuttavia la leadership, nel settore tecnologico dei microchip, permetterebbe a Washington di contrastare la crescita di Pechino; in uno dei settori più strategici per i prossimi decenni.

Le dichiarazioni del presidente Joe Biden rilasciate, la scorsa estate, a margine della firma del chips-act; non lasciano dubbi sulla linea politica adottata dalla Casa Bianca.

“Le aziende vedono quello che vedo io, il futuro dell’industria dei chip sarà americano”.

In un contesto geo-politico internazionale, caratterizzato da una forte competitività tra USA e Cina, con Pechino che ha ampie risorse, in termini di materie prime e terre rare, fondamentali per la produzione dei semiconduttori; per Washington è fondamentale affermare una propria supremazia.

Intel, la multinazionale californiana fondata nel 1968 a Santa Clara, dopo aver scelto circa quindici anni fa di non produrre più semiconduttori, presenta un piano di sviluppo industriale per rilanciare la produzione.

Nel mirino degli USA e di Intel, non c’è solo l’obiettivo di contrastare l’espansione tecnologica del dragone; ma anche la volontà di creare un nuovo modello commerciale.

 L’obiettivo è di adottare una filiera relativamente più corta, rispetto agli standard dei decenni precedenti e tipici della globalizzazione, con minor spazio per le dipendenze dell’import dei prodotti asiatici.

Intel, il futuro dei semiconduttori negli USA:

Il gigante tecnologico californiano, circa quindici anni fa, decise di abbandonare la produzione di semiconduttori, concentrandosi sulla produzione di chip e circuiti integrati; la sciando il campo alle aziende asiatiche.

Per l’Asia e in particolar modo per la Cina, con ampie riserve di materie prime e terre rare, iniziò una fase di forte sviluppo industriale; in uno dei settori tecnologicamente destinati a diventare più strategici.

Con un apparato produttivo caratterizzato dal costo della manodopera relativamente basso, il dragone ha mostrato subito la sua competitività nella lavorazione dei semiconduttori.

Per Intel, una tra le principali industrie degli USA attive nel settore dei semiconduttori, è fondamentale sviluppare una strategia industriale; per rendere gli USA leader nel settore tecnologico dei chip.

Con il sostegno economico del chips-act, che permetterà di avere ampie risorse economiche, Intel intende riassumere il controllo della produzione dei semiconduttori nei prossimi decenni.

Tra gli obiettivi del gigante californiano, condivisi dalla linea politica adottata dalla Casa Bianca per affermare la leadership degli USA in un settore cosi strategico, c’è la volontà di creare un’ampia rete di ricerca e produzione; sia negli USA sia al di fuori dei confini a stelle e strisce.

In quella che si annuncia, essere la sfida globale per la chips-world; affinché gli USA, con aziende leader nel settore come Intel, possa acquisire la leadership globale, saranno fondamentali, ma anche decisive, le alleanze tecnologiche e industriali con paesi come l’Europa e il Giappone.

Gli investimenti di Intel in Europa:

Con le politiche energetiche adottate da Bruxelles, per la de-carbonizzazione e la neutralità climatica da raggiungere entro il 2050 come stabilito dal Green New Deal, il vecchio continente è uno dei mercati più floridi per i chip nei prossimi decenni.

L’Europa, con un apparato industriale molto sviluppato, seppur con limitate risorse in termini di materie prime e terre rare necessarie per la produzione di semiconduttori; è un partner fondamentale per gli USA.

Con un piano da ottanta miliardi di dollari d’investimenti, il colosso californiano Intel ha avviato un piano d’investimenti per i prossimi dieci anni nel vecchio continente.

L’Obiettivo sarà di creare, in Europa, una filiera di ricerca e produzione efficiente; con il know-how delle aziende europee.

In Polonia, con 4,5 miliardi d’investimenti, Intel intende realizzare un sito produttivo per la lavorazione e l’assemblaggio dei semiconduttori.

Il polo, che darà lavoro a circa duemila persone, sarà strategico per fabbricare chip essenziali all’industria tecnologica europea.

Per consolidare la presenza in Europa, Intel prevede investimenti anche in Germania.

Attraverso la realizzazione di due impianti, a centocinquanta chilometri da Berlino e sovvenzionati con dieci miliardi di fondi pubblici stanziati dal governo tedesco, il colosso californiano avvia una delle più importanti partnership industriali per consolidare la presenza in Europa.

Intel in Italia, possibili investimenti anche nel bel paese:

Gli investimenti di Intel in Europa, per rafforzare la presenza nel vecchio continente, potrebbero interessare anche lItalia.

A Vigasio, comune della regione Veneto in provincia di Verona, con un possibile investimento del colosso californiano, pari a 4,5 miliardi di euro, potrebbe sorgere la prima giga-factory europea.

Il piano industriale, permetterebbe di creare circa cinquemila posti di lavoro; in uno dei settori tecnologici più strategici per i prossimi decenni.

Il progetto della possibile Silicon Valley europea, targata made in Italy, fa parte del piano di sviluppo europeo realizzato da Intel; per affermarsi come leader globale nella produzione di semiconduttori.

L’impianto veneto, concepito con soluzioni tecniche di generazione, potrebbe essere destinato allo sviluppo delle nuove tecnologie; rendendo l’italia, un polo di ricerca e produzione di fondamentale importanza.

Gianni Truini