Dopo diverso tempo torna la voglia di scrivere un editoriale che parli di Lazio. Anzi, che parli del futuro che il più antico club dell’Urbe Eterna merita di avere.
Mentre tutti, tra i sostenitori biancocelesti, sperano che l’esaltante stagione fin qui condotta dagli uomini di Reja (che considerati gli infortuni, sta facendo i miracoli) possa concludersi con quel terzo posto che significherebbe preliminari di Champions League, inizia infatti ora il periodo in cui la società deve costruire la squadra del domani.
Il primo capitolo da affrontare è quello legato all’allenatore. Reja andrà via, è quasi sicuro. Al suo posto non ci si potranno permettere scommesse. Meglio accantonare, dunque, ipotesi affascinanti ma rischiose, come quella legata a Zola. Un grande colpo sarebbe assicurarsi “l’antipatico” Walter Mazzarri, che in carriera non ha mai toppato una stagione e che ha fatto grande un Napoli che per mesi ha veleggiato in Champions League.
Per ciò che concerne la squadra, invece, il primo rinforzo deve essere Alessandro Nesta. Il capitano ieri ha parlato a Sky ed ha fatto chiaramente intendere che considera la Lazio alla stregua di casa sua. Il calciatore più vincente nella storia del calcio romano non parla mai a caso, anzi. Se ha rilasciato certe dichiarazioni vuol dire che in cuor suo coltiva il desiderio di tornare. Lotito deve fare di tutto per riportarlo a casa. Un anno, magari due, da calciatore. E poi da dirigente. Per sempre. Perchè il Milan non può continuare a separare ciò che il destino unì.
La rosa, poi, andrà rafforzata con innesti di spessore: occhio a Breno del Bayern, a parametro zero sarebbe un affare. Così come, tra gli svincolati, non bisogna farsi scappare Barnetta ed Ederson, non campioni, ma certamente elementi con esperienza internazionale ed ottime qualità. Servono poi un altro centrocampista in grado di far fare panchina a Brocchi ed un difensore centrale giovane e di prospettiva da affiancare agli ormai stagionati Biava e Dias.
Sarebbe da pazzi, per ciò che concerne l’attacco, rinunciare alla possibilità di rinunciare Zarate. Gli va concessa un’altra occasione, va effettuato l’ultimo tentativo per cercare di ritrovare quel numero 10 maradoniano che il primo anno riuscì tutto il mondo a far parlare di se. Con Kozak che deve continuare a crescere e a trovare sempre maggior spazio e Klose che promette di fare almeno un’altra grande stagione a buonissimi livelli.
Roberto Arduini