Stando agli ultimi sondaggi e alle proiezioni elaborate in vista delle primarie repubblicane, l’ex presidente Donald Trump distanzia di 42 punti il governatore della Florida Ron DeSantis come possibile candidato presidente. Secondo il sondaggio condotto dal Daily Mail tra gli elettori repubblicani, Trump è in testa con il 55 per cento dei consensi, seguito da De Santis, fermo al 13 per cento. Ancora più in fondo, con una sola cifra, troviamo l’ex governatore del New Jersey Chris Christie (5%) e l’ex vicepresidente degli Stati Uniti Mike Pence. Il mese di agosto per Trump, tra scandali, accuse e udienze, sarà un mese di fuoco, nonostante ciò continua ad avere un saldo sostegno da parte del partito.

Usa 2024, primarie repubblicane: Trump primo, stacca DeSantis di 42 punti

È diffusa tra gli intervistati (per circa il 75% delle persone che hanno preso parte al sondaggio) la convinzione che le accuse e le incriminazioni mosse negli ultimi mesi a Trump costituiscano unicamente un tentativo di sviare l’attenzione da presunti casi di corruzione di cui si è macchiata la famiglia di Biden. Il tycoon nel mentre festeggia le prime proiezioni, da cui emerge chiaramente che la sua popolarità non si è minimamente incrinata, e scrive sul proprio social Truth:

Grandi sondaggi appena usciti. Guido di 40, 50 e persino 60 punti in Iowa, New Hampshire e in South Carolina. Guido su Biden alla grande. DeSanctimonious sta crollando. Forse il partito dovrebbe riunirsi?

Il termine “DeSanctimonious” è un riferimento al candidato avversario Ron DeSantis, il cui cognome è stato storpiato riprendendo la parola “sanctimonious”, traducibile con ‘ipocrita’. L’ex presidente continua così a utilizzare una comunicazione basata sullo scherno e l’insulto dell’avversario: anche Biden, ad esempio, è stato definito da Trump un “incompetente al quale non dovrebbe essere consentito di essere presidente“.

Il tycoon sembra trarre forza dalle accuse e afferma: “Ogni volta che presentano un’incriminazione noi saliamo nei sondaggi” in vista delle elezioni 2024, che l’ex presidente definisce “la battaglia finale”. Trump intanto continua a dichiararsi non colpevole, tanto per quanto concerne i fatti di Capitol Hill del 2021, quanto per la vicenda delle carte segrete a Mar-a-Lago.