Dai Paesi sudamericani dell’Amazzonia arriva l’annuncio della creazione di un’alleanza finalizzata a “promuovere la cooperazione regionale nella lotta alla deforestazione, per evitare che l’Amazzonia raggiunga il punto di non ritorno“. I firmatari sono: Bolivia, Brasile, Colombia, Ecuador, Guyana, Perù, Suriname e Venezuela.
La dichiarazione congiunta è stata diffusa in concomitanza con il vertice dei Paesi dell’Organizzazione del trattato di cooperazione amazzonica tenutosi nelle giornate di ieri e di oggi nella città brasiliana di Belem, città alla foce del Rio delle Amazzoni che nel 2025 sarà sede della Cop30. Il prossimo vertice dell’Organizzazione, istituita nel 1995, si terrà nel 2025 in Colombia.
Amazzonia, Paesi sudamericani contro la deforestazione: alleanza con 113 punti di azione
Dai Paesi sono stati fissati 113 punti d’azione divisi per capitoli e nuclei tematici. Si menzionano qui i più rilevanti: la creazione dell’Alleanza amazzonica contro la deforestazione e di un Parlamento Amazzonico; il coordinamento di forze di sicurezza e intelligence nella lotta contro il crimine nella regione e la creazione di un Centro di Cooperazione Internazionale della polizia; una politica comune in materia di rispetto dei diritti umani e protezione delle popolazioni autoctone.
Il presidente brasiliano Lula da Silva, prima dell’apertura del vertice, ha chiesto un sostegno concreto dei Paesi sviluppati, dal momento che l’Amazzonia è un tema di responsabilità globale, non solo del Sud America:
Hanno promesso di distribuire 100 miliardi di dollari, ma stiamo ancora aspettando quei soldi. Non abbiamo il diritto di essere l’unico animale sulla Terra a distruggere la propria casa, è importante preservare l’Amazzonia per il mantenimento della specie umana.
Dall’Europa sono arrivate le parole del presidente francese, Emmanuel Macron, che in occasione del vertice dell’Organizzazione ha ricordato l’importanza della foresta amazzonica:
La foresta è assolutamente cruciale nella lotta al riscaldamento climatico e contro la perdita della biodiversità. Ma, solo nel 2022, quattro milioni di ettari sono scomparsi nelle foreste primarie tropicali. È urgente porre un termine alla deforestazione. […] Dobbiamo declinare molto concretamente questa ambizioni. Come? Lottando contro i flagelli della deforestazione, dell’inquinamento, della ricerca dell’oro illegale e difendendo al tempo stesso le popolazioni che vivono nella foresta e grazie alla foresta.
Il presidente ha poi richiamato gli impegni già assunti a livello internazionale e le occasioni di incontro tra i Paesi, come la Cop26 di Glasgow, nel 2021, che si è posta l’obiettivo di fermare la deforestazione entro il 2030, e la Cop15 a Montreal, nel 2022, sul salvataggio del 30% delle terre e dei mari. Infine, Macron ha ringraziato quindi Lula, “per l’organizzazione di un importante summit contro la deforestazione in Amazzonia, assieme agli Stati della regione e a partner particolarmente impegnati, tra cui la Francia“. Proprio dalla Francia, infatti, era partita la proposta poi approvata dall’Ue di non contribuire più alla deforestazione importata. Il vertice costituisce quindi una grande occasione per unire le forze per proteggere le risorse della terra.
Insomma, un passo importante verso la tutela dell’ambiente nonostante gli scenari mondiali che raccontano di politiche in controtendenza con quella espressa da Bolivia, Brasile, Colombia, Ecuador, Guyana, Perù, Suriname e Venezuela nei confronti dell’Amazzonia.