Un possibile intervento militare al momento è escluso, mentre si dà ampio margine al lavoro diplomatico. La giunta militare che ha preso il potere in Niger tira un sospiro di sollievo. L’Ecowas, il blocco dei paesi dell’Africa Occidentale, ha infatti sostenuto come la diplomazia sia la miglior arma.
L’Ecowas è fortemente appoggiato dagli Stati Uniti. Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha infatti dichiarato alla Bbc che gli Usa “sostengono con forza” il lavoro del blocco degli Stati dell’Africa Occidentale, spiegando di avere serrati contatti con tutti i paesini confinanti con il Niger.
“Sono – ha aggiunto – in stretto contatto con il presidente Bazoum (che è stato deposto, ndr), con molti colleghi nella regione, incluso il presidente nigeriano (Bola Ahmed, ndr) Tinubu e colleghi dell’Unione Africana. È molto importante che l’ordine costituzionale venga ripristinato”.
Niger, il presidente della Nigeria: “La diplomazia è la strada da percorrere”
Il presidente della Nigeria, Bola Tinubu, apre la strada alla diplomazia, l’unica strada da percorrere”. Tinubu, che è anche il presidente di turno dell’Ecowas, sostanzialmente al momento posticipa un intervento militare nella speranza che i diplomatici riescano a risolvere la situazione in Niger.
Secondo il portavoce del presidente nigeriano, tutti i Paesi dell’Ecowas “preferirebbero una risoluzione ottenuta con mezzi diplomatici, con mezzi pacifici, piuttosto che con qualsiasi altro”. E al momento la posizione di non belligeranza sarà mantenuta “in attesa di qualsiasi altra risoluzione che può o non può derivare dal vertice straordinario dell’Ecowas previsto per giovedì”. In poche parole l’ultimatum sembrerebbe essere stato prorogato fino al 10 agosto, anche se non in via ufficiale.
Intanto i Paesi della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale possono contare fino a 25mila soldati per la potenziale azione militare in Niger. L’uso della forza sarebbe dunque la risposta a chi la forza l’ha usata per prendere il potere, con l’obiettivo di ripristirare l’ordine costituzionale.
La maggior parte dei soldati, a quanto emerge, sarebbe fornita dalla Nigeria. Proprio per questo – potrebbe essere una chiavi di lettura – il presidente nigeriano è restio a un intervento militare perché sa che il costo delle vite dei suoi soldati potrebbe essere salato.
Mali e Burkina Faso chiedono all’Onu di impedire l’intervento militare
I ministeri degli Esteri del Mali e del Burkina Faso hanno inviato una lettera congiunta all’Onu, chiedendo di impedire l’intervento militare contro il Niger. L’uso della forza, sottolineano, potrebbe portare delle conseguenze umanitarie catastrofico e una instabilità alla sicurezza.
Lettres conjointes du Ministre des Affaires étrangères et de la Coopération internationale de la République du Mali et du Ministre des Affaires étrangères, de la Coopération régionale et des Burkinabè de l’Extérieur du Burkina Faso par lesquelles les Gouvernements du Mali et du… pic.twitter.com/xORIVx0TkL
— Ministère des Affaires étrangères du Mali (@MaliMaeci) 8 agosto 2023