Arriveranno aumenti nelle future pensioni per chi uscirà dal lavoro nella scuola e in altri comparti della Pa grazie all’elemento perequativo, la voce di incremento degli stipendi attuali e del recente passato dei dipendenti del pubblico impiego, introdotta dal penultimo rinnovo dei contratti. Nei primi mesi del 2018, il governo Gentiloni introdusse questa voce accessoria di busta paga degli impiegati pubblici con decorrenza a marzo di quell’anno fino alla mensilità del successivo dicembre.
Il successivo contratto, per il triennio 2019-2021, ha confermato l’elemento perequativo con la novità dell’inclusione della voce di busta paga anche nella base pensionabile e ai fini del Trattamento di fine servizio (Tfs) o di fine rapporto (Tfr). Ciò determinerà un aumento delle pensioni future non trascurabile, ma non per tutte le categorie dei lavoratori del pubblico impiego.
Pensioni scuola e Pa, nuovi aumenti per future uscite dal lavoro: ecco per chi
Aumenti futuri delle pensioni arriveranno per i dipendenti della scuola e della Pubblica amministrazione grazie all’inclusione dell’elemento perequativo nella base pensionabile e ai fini del Trattamento di fine servizio (Tfs) o di fine rapporto (Tfr). Si tratta della voce della busta paga dei dipendenti del pubblico impiego introdotta in sede di rinnovo dei contratti degli statali del triennio 2016-2018 per arrivare ai famosi 85 euro lordi medi di aumenti degli stipendi. Non tutte le categorie lavorative della Pubblica amministrazione, infatti, avevano ottenuto la cifra minima che era stata prospettata dall’allora governo Gentiloni. A tal proposito, l’esecutivo aveva individuato i redditi più bassi dei comparti della Pubblica amministrazione quali destinatari della misura.
Solo con il recente rinnovo dei contratti della Pubblica amministrazione per il triennio 2019-2021, governo e sindacati hanno convenuto nel far rientrare l’elemento perequativo ai fini della base pensionabile e della buonuscita. Pertanto, l’elemento perequativo è entrato a far parte dello stipendio tabellare con importanti aumenti non solo della busta paga del lavoratore dipendente pubblico, ma anche della futura pensione e del Trattamento di fine rapporto.
Pensioni scuola e Pa aumenti e Trattamento di fine rapporto o servizio (Tfr-Tfs) più alto
Tuttavia, non a tutti i dipendenti del pubblico impiego interessa la novità dell’elemento perequativo ai fine della futura pensione. Infatti, il governo aveva introdotto questa voce retributiva della busta paga per incrementare maggiormente i redditi dei livelli più bassi di specifici comparti pubblici. In particolare, rientrano nell’elemento perequativo i dipendenti del comparto delle Funzioni centrali, dell’Istruzione e della Ricerca, delle Funzioni locali e della Sanità.
In busta paga, l’elemento perequativo – già a partire dal momento in cui è stato istituito nel marzo del 2018 – si può quantificare in una somma tra i 20 e i 30 euro lordi al mese. Non si tratta di una cifra particolarmente elevata (che serviva a far raggiungere gli aumenti in busta paga il traguardo degli 85 euro lordi mensili medi) ma, con la novità dell’ultimo rinnovo dei contratti degli statali, anche questa voce entra nella base della futura pensione del lavoratore.
Decorrenza incrementi nel cedolino di busta paga pubblico impiego
Pertanto, con il rinnovo dei contratti della Pubblica amministrazione (per alcuni comparti anche recente), la voce aggiuntiva concorrerà al calcolo della futura pensione e della buonuscita. Nel dettaglio, i contratti stabiliscono la decorrenza ai fini pensionistici dell’elemento perequativo:
- dal 1° luglio del 2022 per i dipendenti delle Funzioni Centrali;
- dal 1° dicembre del 2022 per il personale della Sanità;
- dal 1° gennaio del 2023 per i dipendenti delle Funzioni Locali;
- dal 1° febbraio del 2023 per gli impiegati nella scuola (comparto Istruzione e Ricerca).