Milan e l’accoppiata Mirabelli-Fassone. Non un buon ricordo per i tifosi rossoneri, che quel “passiamo alle cose formali” probabilmente se lo sognano ancora di notte. Stagione 2017-18, undici acquisti, più di 240 milioni spesi ed euforia alle stelle, disintegrata nel giro di pochi mesi tra prestazioni ai limiti del film horror, delusioni cocenti (vedi Bonucci e gli equilibri mai spostati) e un sesto posto a fine campionato tutt’altro che soddisfacente al netto di quelle che erano le ambizioni di vertice. Risultato? L’inevitabile cacciata del duo delle non meraviglie. Non poteva essere altrimenti, se non altro per ciò che alla fine della fiera si è materializzato come un vero e proprio bluff. Un lontano ricordo? Neanche troppo, perchè nel Milan di oggi all’orizzonte si staglia un ombra minacciosa. I contorni sono sfumati, ma il mercato portato in essere oggi dai rossoneri li rende ben definiti a fasi alterne.
Milan, attenta al Mirabelli-Fassone 2.0
Sbagliare è umano, perseverare è diabolico, farlo seguendo in maniera inconscia un passato deleterio è al limite dell’autolesionismo. Il Milan di adesso non deve cadere nello stesso tranello, Mirabelli e Fassone hanno voluto dare una spinta di entusiasmo per poter galvanizzare l’allora presente del Milan, senza preoccuparsi di ciò che il futuro avrebbe messo in serbo per loro. Certo, paragonare quel mercato a quello che sta conducendo ora Furlani risulta improbo, eppure non bisogna sforzarsi più di tanto per trovare alcune similitudini. Anzi, ad essere pignoli ne basterebbe una sola, che basta e avanza. Si tratta dell’abbondanza. Era la condicio sine qua non dell’accoppiata Mirabelli-Fassone. Prendere, prendere, prendere e ancora prendere, senza però andare a rinforzare nell’effettivo la squadra.
E l’occhio del tifoso attento sicuramente la similitudine l’ha trovata eccome. I nomi sono diversi, sicuramente più stuzzichevoli. Okafor, Chukwueze, Loftus-Cheek, Pulisic, Luka Romero, Musah, Reijnders, più il ritorno alla base di Colombo. Mercato di tutto rispetto, ma bastano per far star tranquilli? Dipende. Dalla cintola in su il Milan mostra muscoli da vendere, nel precampionato i nuovi innesti hanno dimostrato già di saper parlare la stessa lingua. Ma l’estate non è il centesimo che produce l’euro, e a pensar male si fa peccato ma a volte ci si prende.
E le amichevoli estive giocate sono dei segnali d’allarme. Real Madrid-Milan, i ragazzi di Pioli dimostrano grinta e coraggio, vanno in vantaggio per 2-0, ma appena il Real alza i ritmi ecco che i rossoneri vanno in difficoltà. Filtro debole, difesa sofferente, sconfitta che si materializza. Stesso principio con la Juventus. In avanti molto bene, dietro situazione da rivedere, con i calci da fermo che hanno dimostrato ancora una squadra in difficoltà quando attaccata. E infine la sconfitta per 0-1 contro il Barcellona, stesso copione: davanti pericolosi, dietro si balla.
Se tre indizi fanno una prova ecco dunque che la realtà dimostra che il mercato del Milan non è completo, anzi. E i cattivi ricordi riaffiorano, con sembianze già note. Portare in auge un Mirabelli-Fassone 2.0 vorrebbe dire non aver fatto tesoro degli errori del passato, ma soprattutto confermerebbe che si naviga a vista, sperando in una fortuna che possa consegnare la giusta formula alla squadra grazie esclusivamente ai nuovi acquisti. L’abbondanza non è mai alleata, il Milan non può permettersi questa superficialità, mancano ancora molti giorni prima della fine del mercato, la difesa va puntellata con nomi giusti e anche in fretta, non si può pensare solo a riempire il calderone dalla cintola in su, altrimenti si rischia di entrare dentro un circolo vizioso fatto d’illusione. Dove i contorni si trasformerebbero in cruda realtà. Chiedere a Mirabelli e Fassone.