Con il decreto Omnibus il governo non ha deciso solo di intervenire pesantemente nel settore turistico ma anche di modificare il regolamento per i Taxi nel 2023.

Vediamo allora cosa prevede, quali sono i principali cambiamenti che riguardano gli spostamenti in Taxi e quando queste nuove regole entreranno in vigore.

Decreto Taxi 2023: cosa cambia

Il decreto Omnibus è stato approvato il 7 Agosto 2023, nell’ultimo consiglio dei ministri prima della pausa estiva. L’obiettivo del provvedimento è arginare i tanti rincari e tutelare il settore turistico. Un decreto volto però a non scontentare i lavoratori di categoria.

E allora ecco che in una nota del ministero dei Trasporti si legge come si conceda ai Comuni “la possibilità di rilasciare, in via sperimentale, licenze aggiuntive per l’esercizio del servizio soprattutto per  fronteggiare periodi di straordinario incremento della domanda, con una durata, in ogni caso, non superiore ai dodici mesi, prorogabili per un massimo di ulteriori dodici mesi per esigenze di potenziamento del servizio”.

Il testo del decreto non è ancora definitivo e l’iter burocratico non esclude possibili modifiche. Al momento però il decreto permette alle città metropolitane, ai capoluoghi e ai comuni sede di aeroporti internazionali di poter bandire un concorso straordinario aperto a nuovi operatori, fino a un incremento del 20% rispetto alle licenze esistenti.

Si tratta dunque di una possibilità concessa ai vari enti locali che potranno o meno decidere di incrementare il numero di licenze. In pratica, la decisione passa nelle mani dei singoli Comuni. In tutti i casi però non potranno superare il limite fissato dalla legge.

Quali sono i vincoli alle nuove licenze 

C’è però anche una notevole condizione all’aumento del numero di licenze. Le nuove autorizzazioni avranno una durata limitata e non superiore a dodici mesi.

Sarà però possibile prorogare la scadenza fino a un periodo massimo di 24 mesi, e potranno essere rilasciate esclusivamente in favore dei soggetti già titolari di licenze.

Questi potranno inoltre, anche decidere di acquistare nuovi veicoli taxi e NCC e affidare la licenza a terzi anche a titolo oneroso oltre che gestirle in proprio. La concessione della nuova licenza ha però anche un vincolo di impatto ambientale. 

Per fare richiesta il requisito parla di disponibilità di un veicolo elettrico o ibrido da utilizzare come Taxi. Tale operazione si collega però agli incentivi statali straordinari utilizzabili per l’acquisto di automobili a zero emissioni.

Un punto su cui si è a lungo dibattuto è stata la possibilità di cumulabilità delle licenze. I sindacati hanno chiesto ed ottenuto l’eliminazione di questa opzione.

Secondo gli esponenti di categoria il rischio infatti era legato alla possibilità che le stesse licenze venissero vendute a soggetti terzi, anche a multinazionali, finendo per abbassarne il valore. 

Oltretutto si palesava anche il pericolo che il possessore delle licenze accumulate potesse, almeno in linea teorica, assumere i tassisti, facendoli diventare lavoratori dipendenti.

Come dichiarato in conferenza stampa dal ministro per le Imprese Adolfo Urso:

“Modificare questa norma era la principale richiesta dei taxisti.”

La doppia guida

Il provvedimento introduce anche un’altra importante modifica. Il decreto infatti promuove il ricorso alle turnazioni integrative e alla doppia guida, estendendo la possibilità a tutto il livello nazionale.

Grazie a questa modifica il Taxi può essere utilizzato da un collega alla fine del proprio turno. Ciò dovrebbe potenziare il servizio.

Tuttavia non si tratta di una novità assoluta. Il sistema di turnazioni integrative era già concesso in diverse grandi città. Il decreto però estende la possibile a livello nazionale e soprattutto snellisce la procedura burocratica.

Il ministro Urso ha infatti spiegato:

“Sarà possibile farlo con una semplice comunicazione. Speriamo che questo possa accelerare davvero l’utilizzo della seconda guida e consentire quindi l’aumento dell’orario dei singoli taxi”.

Anche la procedura di rilascio del 20% di licenze in più con concorsi straordinari appare molto diretta e veloce. L’iter prevede soltanto un controllo della congruità dei prezzi tramite il parere dell’autorità dei trasporti da comunicare al richiedente entro 15 giorni. Dopo scatta il silenzio assenso.