Chissà se saranno le stelle cadenti della notte di san Lorenzo a dare serenità ai desideri delle opposizioni rispetto all’incontro con la maggioranza sull’istituzione del salario minimo.
Salario minimo l’incontro di metà agosto
Dopo le indiscrezioni di questi giorni arriva la conferma del sottosegretario alla presidenza del consiglio Alfredo Mantovano. La premier Meloni ha infatti convocato le opposizioni proprio l’11 agosto a Palazzo Chigi per un incontro-confronto proprio sul salario minimo.
Dapprima il governo aveva deciso di rimandare le discussioni riguardo al salario minimo a settembre. Alcuni analisti però, hanno fatto riflettere la premier sull’importanza di intestarsi anche questa battaglia e di non lasciarla solo alla sinistra. Così la premier ha cambiato idea.
Una mossa dovuta che placa almeno per un po’ quella che poteva essere un’arma politica e mediatica per le opposizioni. Molti a sinistra avrebbero potuto sguainare l’indifferenza della premier al rientro in parlamento.
Stando ai sondaggi infatti quasi il 70% degli interpellati si è detto favorevole all’istituzione del salario minimo.
Apertura del governo, le opposizioni restano scettiche
Per le opposizioni la questione resta molto ambigua, Italia Viva non ci sarà sicuramente mentre Calenda è stato uno dei primi a promuovere un’incontro tra le parti.
Sicura la partecipazione di Conte e della Schlein che dovranno dimostrarsi uniti più che mai per cercare di ottenere qualcosa dalla premier.
Il tema del Salario minimo è diventato cruciale nella narrativa delle opposizioni e proprio l’interesse generale per l’argomento ha portato la premier a non poter più sottovalutare la cosa.
Nella trattativa, se veramente ci sarà, conterà soprattutto l’unità delle opposizioni. Perché se arrivassero disuniti sarà più facile per la premier imporre le proprie idee.
Per la maggioranza e la Meloni da settembre la priorità sarà il lavoro.
Per la premier sarebbe ottimale riuscire a trovare una propria strada con una proposta di maggioranza da mettere a confronto con quella di Pd, M5S e Azione.
Ad oggi però non si conoscono piani del governo per istituire uno strumento che regoli i salari. Da Palazzo Chigi non è trapelato nulla su idee per l’aumento dei salari stessi che in Italia sono tra i più bassi tra i paesi europei.
Una svolta quella sul lavoro e sul salario minimo a cui il governo dovrà per forza di cose piegarsi nei prossimi mesi. Decisione questa che spazzerebbe via anche le voci che in queste settimane hanno accusato FdI di aver dimenticato l’identità sociale della vecchia destra.
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