Non sono ancora chiari i motivi che hanno portato Luca Ruffino al suicidio. Il presidente di Visibilia editore ha lasciato sotto choc dipendenti e persone a lui vicine. Nelle scorse ore, gli investigatori avevano messo da parte l’ipotesi del suicidio a causa della malattia, ora però non si esclude nulla. Questo, specialmente dopo la fonte interpellata dal Corriere della Sera: si tratterebbe di un amico vicino al manager, il quale avrebbe confermato che Ruffino soffrisse per il ritorno del tumore. Di seguito quanto riferito dalla fonte anonima al quotidiano:

Era di nuovo malato: diversi anni fa aveva sconfitto un cancro che però qualche settimana fa si era ripresentato. E lui era molto affranto e abbattuto. Lo avevo visto a metà luglio, gli avevo chiesto “Luca, come va?” e lui mi aveva risposto “male, ho fatto degli accertamenti e non ci sono buone notizie”, spiegandomi poi che il tumore era tornato. Quella è stata l’ultima volta che l’ho visto.

Suicidio Luca Ruffino malattia, la reazione di colleghi e amici

Detto questo, rimane lo sconforto da parte delle persone più strette a Luca Ruffino, scomparso nella serata del 5 agosto dopo nel suo appartamento di via Spadolini. Dimitri Kunz, socio di Visibilia editore, l’ha voluto ricordare con queste parole:

Quando l’ho conosciuto sono rimasto affascinato per la sua forza umana e la determinazione nel perseguimento della propria visione di progetto. Una perdita inaspettata che tanto mi fa soffrire al pensiero dei suoi famigliari per i quali il vuoto sarà incolmabile.

Anche la sindaca di Basiglio, Lidia Reale, ha espresso il suo personale cordoglio per la scomparsa di un manager capace e di una persona responsabile:

Ci eravamo confrontati per portare avanti una serie di progetti. Perché Ruffino ci teneva a seguire da vicino tutto. Era una persona che abbiamo sempre stimato e che svolgeva i suoi compiti con attenzione, responsabilità e capacità di ascolto. Ogni volta che si doveva affrontare una problematica o confrontarsi su un’iniziativa innovativa, lui non si tirava mai indietro.

Quindi, il ricordo del sindaco di Segrate Paolo Micheli:

I sanfelicini sono oggi molto commossi, perché era un punto di riferimento importante, un uomo con cui era possibile confrontarsi e che trovava soluzioni che soddisfacessero tutti.