Dl Omnibus approvato tra le tensioni e le incomprensioni interne. È questo quanto emerge anche grazie ad alcune ricostruzioni del Corriere della Sera ma, in generale, da una semplice rilettura delle ultime settimane durante le quali le dichiarazioni di Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia, andavano in una direzione diversa da quello che poi emerso dal Cdm di ieri e da quello che Matteo Salvini, Vicepremier e Ministri per le Infrastrutture, he fieramente sbandierato sui suoi social ed in conferenza stampa. Il problema non sarebbe il Dl nella sua interezza ma un passaggio specifico che approva un prelievo sugli extraprofitti delle banche limitato al 2023. Ma andiamo con ordine.

Cos’è il Dl Omnibus

Il Decreto Omnibus, approvato ieri in seno all’ultimo Consiglio dei Ministri prima della pausa estiva, enuclea misure di diverso tipo che vanno ad intaccare attività economiche ed investimenti strategici in vari settori. Tra le altre cose, infatti, il decreto interviene sull’ampliamento delle licenze taxi, contro il caro voli, sull’attrazione degli investimenti esteri, l’esercizio della Golden power e le misure in favore del comparto della microelettronica.

Stangata alle banche: il prelievo sugli extra profitti

La sorpresa dentro il decreto riguarda un prelievo del 40% sugli extraprofitti maturati dalle banche. Il provvedimento, non atteso rispetto al restante corpus del Dl, è limitato al 2023 e prevede che gli introiti siano utilizzati per sostenere il taglio delle tasse e le spese per i mutui per l’acquisto della prima casa. Particolarmente soddisfatto Matteo Salvini che commenta:

Si verrà a contare un 40% di prelievo dagli extra-profitti multimiliardari per le banche, limitato al 2023″ e questo fondo “che pensiamo sarà abbastanza congruo, andrà ad alimentare le voci sul taglio delle tasse ed il sostegno per i mutui sulla prima casa.

Tutto bene anche secondo l’altro Vicepremier, Antonio Tajani che, pur specificando la possibilità di approfondire il provvedimento in Parlamento, commenta positivamente quello che giudica un intervento necessario per arrestare l’attività speculatoria degli istituti bancari:

Da mesi diciamo che la Bce sbaglia ad alzare i tassi di interesse e questa è l’inevitabile conseguenza. Danneggiamo le banche italiane? Non è una misura contro di loro, ma un provvedimento a protezione delle famiglie e di tutti quei soggetti che si sono trovati in difficoltà per il pagamento dei mutui.

Giallo Giorgetti

Ma dov’è Giancarlo Giorgetti? Questa sugli extraprofitti è roba da ministero dell’Economia, eppure non c’è lui a spiegare il tutto in conferenza stampa. È Salvini lo speaker di turno: “Una norma di equità sociale” dice il leader della Lega. Dell’altro leghista, quello che ha ufficio in via XX Settembre, nessuna traccia. I dubbi diventano un giallo, dai sottintesi d’alta tensione, se riavvolgiamo il nastro. Lo scorso giugno, infatti, Giancarlo Giorgetti aveva esortato le banche ad una maggiore flessibilità sui mutui aggiungendo, però, in un question time alla Camera, che il governo non aveva in cantiere nessuna tassazione sugli extraprofitti. Quanto avvenuto ieri ha evidentemente contraddetto le parole di Giorgetti e la sua non presenza in conferenza stampa non può che alimentare i dubbi. Probabilmente seguiranno delle precisazioni nelle prossime ore.

Qualcosa in più sulla misura

Intanto, vediamo qualche dettaglio in più su questa misura che è pesante e retroattiva. Gli introiti del prelievo, spiegano dal governo, saranno destinati a due voci: aiuto ai mutui per la prima casa e taglio delle tasse. Salvini ha poi rincarato la dose parlando di un provvedimento inevitabile per fermare la speculazione delle banche. Le sue parole:

Non entriamo nel merito delle cifre, ma basta guardare gli utili del primo semestre 2023 delle banche per capire che non stiamo parlando di qualche manciata di milioni, ma si può ipotizzare di alcuni miliardi.