Il re del cachemire Brunello Cucinelli ci ha abituato a considerazioni profonde sul rapporto tra l’uomo e la natura, sul rispetto del Creato. Questa volta ha scritto una lettera sull’intelligenza artificiale che stimola la riflessione. “Come tante invenzioni che hanno accompagnato la storia dell’umanità favorendone il progresso – scrive – , mi piace pensare all’intelligenza artificiale quale nuova ancella che affianchi l’essere umano per ispirarne e rinnovarne genio e creatività; immagino questa nuova realtà simile a un soffio che possa ravvivare il fuoco vitale della nostra mente umana”. La tecnologia, insomma, piegata alle necessità dell’uomo.

Il re del cachemire parla dell’intelligenza artificiale

Sembra quindi, se non è tale da essere temuta, che l’Intelligenza artificiale – aggiunge Cucinelli – sia da stimare per tutte quelle utilità che può apportare al mondo nella misura in cui potrà liberare l’uomo dagli affanni materiali della attuale vita, restituendogli in un ambito contemporaneo la dimensione, il tempo e lo spazio di un’esistenza vissuta in armonia con la natura, quale il genere umano ha vissuto dai tempi più antichi fino almeno al secolo scorso”.

“Per questo – spiega – non mi è facile immaginare, invece, un automa o un sistema artificiale che possano provare emozioni autentiche o sentimenti profondi e veri; potrà mai un robot alzare gli occhi al cielo, o provare commozione, e veder sgorgare dai propri occhi lacrime vere?”. Quando la risposta sarà affermativa vorrà dire che l’umanità è finita.

Stefano Bisi