Salgono a 11 i morti del naufragio di migranti che si è consumato davanti alle coste della Tunisia nelle ultime ore, il bilancio è destinato a salire dato l’alto numero di dispersi, 44 tra uomini e donne.

Il naufragio non fa paura: sempre più migranti dalla Tunisia

Le partenze dalla Tunisia non si sono mai fermate e solo negli ultimi giorni sono centinaia i migranti che si sono imbarcati su barconi di fortuna per le coste italiane.

L’incidente in questione è avvenuto più vicino del solito alle coste tunisine e più precisamente a largo delle isole Kerkennah. Secondo le prime ricostruzioni a bordo dell’imbarcazione di fortuna diretta verso Lampedusa c’erano soprattutto migranti subsahariani.

Secondo quanto riportato dalla radio locale Mosaique Fm il naufragio sarebbe avvenuto nella notte tra sabato e domenica ma ancora è in corso il recupero dei corpi dei dispersi.

Il governo tunisino dal canto suo sta cercando diverse soluzioni al problema delle partenza. Riservandosi però l’opportunità di attaccare diverse organizzazioni internazionali, in particolare le Nazioni Unite. Quest’ultime colpevoli di dipingere il paese africano coni dichiarazioni “imprecise e persino fuorvianti” su queste espulsioni.

Il governo tunisino ha voluto precisare come la Tunisia non può essere indicata come “colpevole di tutto ciò che accade al di fuori dei suoi confini”.

Un bilancio terribile sulla rotta Tunisia-Italia

Secondo alcune Ong che si occupano di monitore la rotta mediterranea dei migranti sono almeno 903 le persone che hanno perso la vita o sono scomparse, durante i primi sette mesi del 2023.

Tutti sono annegati nel tentativo di attraversare il Mediterraneo dalla Tunisia, le coste del piccolo paese nord africano resta il punto di partenza privilegiato per i barconi carichi di migranti diretti verso l’Europa.

Per le autorità tunisine sono 6.087 le persone, tra i quali  1.526 minori, riuscite a raggiungere le coste italiane, mentre sarebbero quasi 35mila i migranti intercettati in mare prima di essere accompagnati sulle coste italiane. I dati arrivano dall’ultimo rapporto del Forum tunisino per i diritti economici e sociali (Ftdes).