Riforma pensioni 2024, autunno di novità nella legge di Bilancio 2024, provvedimento nel quale, però, non dovrebbe rientrare la quota 41 per tutti. Considerando tutti gli interventi che il governo dovrà fare – tra pensioni, aumenti degli stipendi, sanità, Pubblica amministrazione, taglio del cuneo fiscale – serviranno una trentina di miliardi di euro, cifra per il momento complicata da raggiungere.
Molte risposte arriveranno già a settembre quando è in programma la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Nadef), ma sulla Manovra del governo guidato da Giorgia Meloni incombe la complicata congiuntura economica. Si arriverà, quindi, a una legge di Bilancio “prudente”, che non potrà aumentare il deficit per non frenare il calo del debito pubblico.
Riforma pensioni 2024, le novità in arrivo nella legge di Bilancio: si riducono le possibilità di quota 41 per tutti
Si prospettano poche risorse per la riforma delle pensioni nella legge di Bilancio 2024, probabilmente senza la quota 41 per tutti che aumenterebbe il conto sulla lista degli interventi che il governo dovrà fare nella prossima Manovra autunnale. Innanzitutto, dovranno essere trovati dal governo 6 miliardi di euro delle spese obbligatorie da inserire nella legge di Bilancio 2024. Si tratta di spese – come l’indennità di vacanza contrattuale già scattata ad aprile del 2022 sul rinnovo dei contratti del pubblico impiego – che dovranno esser fatte necessariamente. Un conto che necessita di reperire una trentina di miliardi di euro di risorse per la Manovra di fine anno e che, dunque, dovrà tagliare su alcuni capitoli di spesa.
Facile, dunque, che le pensioni anticipate a quota 41 per tutti, cioè svincolate dai requisiti attualmente inseriti dalle precedenti leggi previdenziali – si va dai requisiti imposti dall’Ape sociale all’età di 62 anni per la quota 103 che richiede 41 anni di contributi – siano rimandate ai prossimi anni, probabilmente nella seconda metà dell’attuale legislatura. Dovrebbe trovare conferma, invece, la quota 103 o una misura alternativa che faccia da ponte, per il 2024, a una riforma delle pensioni ragionata e organica che vada a toccare i vari canali di uscita anticipata alternativi ai requisiti della legge Fornero.
Riforma pensioni quota 41 per tutti e sconti sui contributi a carico dei lavoratori
Oltre alle pensioni e alla questione della quota 41, nella legge di Bilancio 2024 dovrebbe trovare risoluzione la proroga o meno del taglio del cuneo fiscale di 6 o 7 punti percentuali per i redditi fino a 35mila euro. L’eventuale conferma per il prossimo anno degli sconti contributivi nelle buste paghe dei lavoratori dipendenti comporterebbe una spesa di circa 9 miliardi di euro, Diversamente, i dipendenti perderebbero dai 50 ai 100 euro al mese di stipendio.
Sempre in tema di buste paga, dovrebbe trovare attuazione la detassazione al 100% dei fringe benefit entro i 3.000 euro e la riduzione delle imposte sui premi di produttività (con aliquota del 5 per cento), per una spesa complessiva tra uno e due miliardi di euro.
Rinnovo contratto scuola e Pubblica amministrazione 2022-2024, in arrivo il bonus in busta paga agosto 2023
Ricco è il capitolo dei rinnovi dei contratti della Pubblica amministrazione. Mentre è stato rinnovato da poche settimane il contratto della scuola, con i i nuovi aumenti degli stipendi in arrivo nei cedolini di busta paga dell’autunno, manca all’appello ancora il contratto dei medici, con un rifinanziamento richiesto dal ministro della Salute Orazio Schillaci di 4 miliardi di euro. Nel cedolino di busta paga di agosto arriverà, a tutti i dipendenti del pubblico impiego, il bonus una tantum dell’1,5 per cento della retribuzione normalmente percepita, con gli arretrati spettanti da gennaio scorso. Si tratta di un anticipo degli aumenti in busta paga del nuovo contratto 2022-2024 che ancora non vede nascere i tavoli di trattativa all’Aran.
Riproporre il bonus anche nel 2024 avrà un costo di circa un miliardo di euro, al netto degli effetti fiscali sulle buste paga, più dai 2 ai 4 miliardi per iniziare a finanziare gli aumenti retributivi che arriveranno alle firme. Altre risorse saranno necessarie per la riforma fiscale e il taglio dell’Irpef (3 o 4 miliardi di euro) e un paio di miliardi per il Ponte sullo Stretto il cui costo totale si aggira sui 13 miliardi di euro.