“Sono Auri, la tua migliore amica”. Inizia con queste parole la struggente lettera affidata ai social da Aurora Filomeni, l’amica con cui Sofia Castelli aveva trascorso la serata in discoteca prima di rincasare ed essere uccisa a coltellate dall’ex fidanzato Zakaria Atqaoui, finito in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. La giovane, sua coetanea, si trovava in un’altra stanza, al momento del delitto: dormiva e non si sarebbe accorta di nulla fino alla mattina successiva, quando era stata svegliata dai militari intervenuti in casa della vittima dopo aver fermato il suo assassino.
I sensi di colpa mi divorano,
scrive ora. Avrebbe voluto accorgersi prima di quanto stava accadendo, del ragazzo che, dopo essersi nascosto in un armadio, era uscito e aveva accoltellato Sofia; avrebbe voluto salvarla dalle sue furie, per averla ancora al suo fianco.
La lettera di Aurora, l’amica che era con Sofia Castelli la notte dell’omicidio
Sono passati giorni da quella notte, da quello strazio, e io non riesco ad andare avanti con la mia vita, stento a crederci. I sensi di colpa mi stanno divorando, la notte devo prendere delle pillole per dormire sennò ho gli incubi. E quel che è peggio è che non ho potuto fare niente per aiutarti, per salvarti. Ci siamo conosciute tra i banchi di scuola 7 anni fa e dal primo giorno siamo diventate migliori amiche e non ci siamo mai staccate, quando le altre persone pensavano a noi eravamo sempre Auri & Sofi, ma tu ora mi hai lasciata sola in un mondo in cui non riesco a vivere senza di te. In cui non voglio vivere senza di te,
scrive nel post di Instagram, in cui ripercorre anche gli attimi successivi al ritrovamento del corpo dell’amica, avvenuto poche ore dopo i fatti. Quando, dopo essersi consegnato a una pattuglia della polizia locale, il 23enne aveva ammesso di averla uccisa “perché colto da un raptus”, spiegando di aver preparato l’agguato convinto che sarebbe rincasata insieme ad un altro ragazzo. Ne era geloso e voleva a tutti i costi cercare di recuperare la loro relazione, a cui lei aveva deciso di mettere la parola “fine” dopo tre anni proprio per via del suo essere “possessivo”.
Quella mattina me la ricordo bene, non avevo capito cosa fosse successo o forse non volevo capire perché era una cosa più grande di me che né la mia testa né il mio fisico erano pronte ad affrontare – prosegue Aurora -. Da quel giorno ho provato a farmi forza e ho guardato negli occhi la tua famiglia e ho pianto con loro perché anch’io ne facevo parte ormai. La vita è così ingiusta sai mia piccola Sofi, da quella notte mi sono risvegliata come nulla fosse ignara di qualsiasi cosa mentre ogni giorno che passa diventa un dolore sempre più insopportabile per me, per la tua famiglia, le tue amiche di sempre e tutte le persone che ti conoscevano. Una parte di me è morta con te e nessuno potrà mai restituirmela.
Le parole sul killer
Nella lettera, in cui la giovane ripercorre i bei momenti passati insieme all’amica che non c’è più, c’è spazio anche per alcune parole sul killer.
Quell’animale pagherà,
c’è scritto. Poi, una promessa:
Vivremo per te e per quello che sei stata.
Parole strazianti, da cui emergono, forti, il dolore e l’incredulità per quello è successo. L’omicidio – violento e senza senso – di una giovane donna, uccisa, come molte altre, per il solo fatto di aver voluto scegliere quali persone non avere più al suo fianco.