Spara alla figlioletta di 4 mesi e poi si toglie la vita: è lo sconvolgente caso di omicidio-suicidio che, negli scorsi giorni, ha riguardato la città di New York. La donna, 40enne, lavorava da anni come oncologa ed era molto nota all’interno della comunità scientifica. Non è chiaro, per il momento, come sia arrivata a compiere un gesto così estremo, né se, al momento dei fatti, con lei ci fosse qualcuno.
Spara alla figlioletta e poi si uccide: lo sconvolgente caso di omicidio-suicidio di New York
Si chiamava Krystal Cascetta, aveva 40 anni e da tempo lavorava come oncologa al Mount Sinai Hospital di Madison Ave, a New York, la donna che negli scorsi giorni ha sparato alla figlioletta di 4 mesi e poi si è tolta la vita, in America. È successo intorno alle 7 di mattina di sabato 5 agosto. Stando a quanto ricostruito dalla polizia, la neomamma avrebbe puntato l’arma prima contro la figlia, poi contro sé stessa, uccidendo entrambe.
Sappiamo che al 100%, senza dubbio, si è trattato di un omicidio-suicidio,
ha dichiarato l’agente della polizia di Stato Steven Nevel ai microfoni della Cbc. Un omicidio-suicidio sconvolgente, che ha lasciato esterrefatta la comunità di Sormes, la piccola cittadina situata a circa 50 miglia di distanza da New York dove la 40enne viveva insieme al marito Timothy (che aveva sposato nel 2019, a Brooklyn) e alla loro bambina. Non si sa, per il momento, cosa l’abbia spinta ad arrivare a tanto.
I loro corpi erano stati trovati dagli agenti del 911 intervenuti sul posto dopo la segnalazione di alcuni residenti dello stabile in cui la famiglia viveva, allertati dal rumore del primo sparo. A quel punto per le due non c’era già più nulla da fare. Se fosse presente anche qualcun’altro non è stato ancora stabilito con certezza, anche se alcuni media statunitensi sostengono che la donna si trovasse insieme ai suoi genitori.
Cascetta era considerata una vera e propria promessa, in ambito medico. Dopo essersi laureata presso l’Albany Medical College, aveva iniziato a lavorare come ematologa, specializzandosi poi in cancro al seno. All’interno dell’ospedale di New York in cui aveva trovato lavoro si occupava del reparto dedicato ai tumori e alle malattie del sangue. Alla Cornell University stava studiando anche per prendere un master in amministrazione sanitaria.
La testimonianza di coloro che la conoscevano
In tanti sui social hanno scritto messaggi di vicinanza a suo marito per la doppia perdita. Chi la conosceva non avrebbe mai potuto immaginare che sarebbe arrivata a tanto. I suoi pazienti, in particolare, la ricordano con estrema gratitudine, per le attenzioni che mostrava loro nei momenti di difficoltà. Metteva sempre gli altri in primo piano, dicono.
Mi mancherà tantissimo, si è sempre preoccupata profondamente per i suoi pazienti,
ha scritto l’autrice Kambri Crews, che in passato era stata in cura da lei. “Essere un medico era nel suo Dna”, sostiene qualcuno. Quando era appena una bambina si prendeva cura delle sue bambole avvolgendole con la garza, fingendo di curarle. Poi, in terza media, la morte della madre di una sua amica a causa di un cancro al seno l’aveva colpita al punto di spingerla a studiare per diventare un’oncologa. Obiettivo che, con il tempo, era riuscita a raggiungere con successo.
Un precedente?
Stando a quanto ha raccontato un vicino di casa di Cascetta al New York Post, più volte, nelle scorse settimane, la polizia si sarebbe recata a casa della donna, non si sa bene per quale motivo. In molti si chiedono se, in qualche modo, la tragedia non fosse già stata annunciata.
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