Le recenti parole di Marcello De Angelis sulla strage di Bologna hanno inevitabilmente scatenato un putiferio mediatico e politico. Anche il ministro Piantedosi ha dovuto sottolineare che quanto successo nell’attentato del 2 agosto 1980 è stata opera di una cellula di matrice neofascista. Questo per cercare di contenere le uscite dello stesso De Angelis – responsabile Comunicazione istituzionale della Regione Lazio governata da Francesco Rocca – il quale aveva esternato il suo pensiero nelle ore precedenti, dicendo che “Fioravanti, Mambro e Ciavardini non c’entrano” con la strage.
Strage Bologna, le parole di Piantedosi sulla matrice neofascista
In una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, il ministro degli Interni del Governo Meloni ha ribadito con forza che la matrice neofascista è già stata accertata e trattasi di una “verità giudiziaria incontrovertibile”:
Ho più volte detto pubblicamente che la matrice accertata è quella riferita esclusivamente alla verità giudiziaria, che ci ha consegnato una responsabilità incontrovertibile di personaggi militanti nel terrorismo neofascista di quegli anni. Ho fatto chiaramente riferimento alla verità giudiziaria. Ogni strumentale polemica su questo argomento è opera di chi pretende di avere l’esclusiva dell’indignazione rispetto a una delle pagine più dolorose e vergognose della nostra storia. Ognuno di noi ha una storia pluridecennale che parla da sé.
In questo senso, il titolare del Ministero dell’interno ha poi specificato di avere accesso a carte riservate che non lasciano dubbi rispetto alla strage di Bologna, così come ad altri fatti avvenuti nel corso degli ultimi decenni:
Ci sono dei processi in corso con l’obiettivo di completare il quadro dei depistaggi, delle complicità e di eventuali mandanti. Ogni ulteriore operazione tendente ad eliminare ogni residua zona d’ombra è utile e opportuna. Per quanto di nostra competenza, al Viminale abbiamo desecretato decine di migliaia di documenti riservati, tutto il materiale relativo agli anni del terrorismo. Ogni sforzo possibile per giungere alla definizione completa del mosaico deve essere intrapreso. Lo dobbiamo alle vittime e ai loro familiari.
Quindi, la chiosa finale, nella speranza di chiudere con quanto dichiarato da De Angelis:
I meccanismi di verifica e tracciamento dell’utilizzo delle informazioni contenute in importanti banche dati che sono a disposizione degli apparati dello Stato sono in ogni caso efficaci. La stessa vicenda sembra dimostrare che è impossibile non lasciare traccia di accessi a queste informazioni. Ma è importante capire cosa abbia motivato questi accessi e che tipo di utilizzo ne è stato fatto. Più in generale, probabilmente una maggior garanzia potrebbe derivare da un rafforzamento della prevenzione per l’utilizzo corretto di informazioni sensibili. Penso ad un controllo regolatorio più forte, ove possibile anche da parte di autorità indipendenti, anche già esistenti. E andrà fatta una riflessione sulla opportunità di una riscrittura di alcune regole, come ad esempio la limitazione temporale di mansioni e incarichi di particolare sensibilità, garantendone una maggiore rotazione.
Nelle scorse ore, sono intervenuti sulla questione anche Schlein e Bonaccini, con lo stesso Pd che ha chiesto a gran voce l’intervento di Meloni e le dimissioni da parte di Marcello De Angelis. Un’uscita che il centrodestra deve ora gestire internamente e con prontezza.