Hanno sollevato non poche polemiche, nelle scorse ore, le dichiarazioni di Marcello De Angelis sulla strage di Bologna: ma chi è, cosa c’entra con l’attentato e perché in tanti hanno dichiarato che dovrebbe dimettersi dal suo ruolo professionale?

Chi è Marcello De Angelis, il capo comunicazione di Rocca finito al centro delle polemiche

Nato a Roma nel 1960, Marcello De Angelis è un giornalista professionista. In passato ha diretto la rivista “Area”, fondata da Gianni Alemanno e Francesco Storace e poi “Il Secolo d’Italia”. Dal 2008 al 2013 è stato deputato del Popolo della Libertà e poi senatore di Alleanza Nazionale. Attualmente ricopre la carica di capo della comunicazione del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.

Il suo passato, però, è alquanto travagliato: dopo la militanza nel Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile dell’MSI, ha fatto parte sia di Lotta Studentesca che di Terza Posizione, un movimento di estrema destra attivo dal 1978, smantellato proprio dopo i fatti di Bologna. Finito in carcere dopo una condanna a cinque anni e mezzo, è tornato libero nel 1992, anno in cui è iniziata la sua ascesa in ambito politico (e non).

Pochi giorni fa, in occasione del 43esimo anniversario della strage della stazione di Bologna, è finito al centro della bufera per il post in cui affermava:

So per certo che con la strage di Bologna non c’entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Non è un’opinione: lo so con assoluta certezza. E in realtà lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e ‘cariche istituzionali’. E se io dico la verità, loro – ahimè – mentono. Ma come i martiri cristiani io non accetterò mai di rinnegare la verità per salvarmi dai leoni.

Dichiarazioni di un certo peso, con cui l’uomo, in sostanza, negava con fermezza il coinvolgimento di coloro che sono stati condannati (in via definitiva) per aver partecipato all’attentato, scatenando le polemiche. Dichiarazioni che hanno spinto l’opposizione a chiedere che si dimetta dal suo ruolo professionale e il presidente della Regione, suo datore di lavoro, a difendersi, sottolineando la natura personale delle sue esternazioni.

Cosa c’entra De Angelis con la strage di Bologna

Ha parlato a titolo personale, mosso da una storia familiare che lo ha segnato profondamente e nella quale ha perso affetti importanti,

aveva detto, di preciso, Rocca. Con i terroristi finiti in carcere per aver preso parte alla strage De Angelis, in effetti, avrebbe dei contatti particolari. Non solo perché, come loro, militava negli ambienti di estrema destra, ma anche perché Luigi Ciavardini – prima ancora di venire condannato – avrebbe sposato sua sorella Germana.

Non è tutto: il fratello, “Nanni” De Angelis, militante di Terza Posizione, sarebbe morto pochi giorni dopo essere stato arrestato (quando, dopo l’attentato di Bologna, i membri di Terza Posizione e di altre organizzazioni della stessa matrice furono catturati), per cause mai definitivamente accertate. Un colpo duro per lui, che a 43 anni dall’accaduto ha voluto tornare sulla questione, raccontandola dal suo punto di vista.

A me, con questo ignobile castello di menzogne, hanno tolto la serenità, gli affetti e una parte fondamentale della vita. Non riusciranno a farmi rinunciare a proclamare la verità. Costi quel che costi…,

aveva scritto. Per molti ha le ore contate: le sue parole, in pratica, potrebbero costargli il posto di lavoro. Il presidente Francesco Rocca ha deciso che prima gli parlerà a quattr’occhi, provando a superare le sue resistenze (anche perché il suo ruolo è tecnico e non politico). Giorgia Meloni lo avrebbe chiamato per accertarsi che il caso non coinvolga non solo lei, ma neanche il suo partito. Ha detto di “aspettarsi” le dimissioni di De Angelis: significa che, comunque, non le ha chieste espressamente.