Bertolini addio nazionale di calcio femminile – La fine dell’esperienza dell’ultimo mondiale porta con sè degli strascichi amari.

Che la manifestazione calcistica più bella del mondo che si sta svolgendo nelle due terre oceaniane non sarebbe stata alla portata delle nostre azzurre in fondo un pò lo si sapeva.

Il movimento calcistico italiano è sì cresciuto in questi ultimi anni da noi, ma non abbastanza per poter pensare di arrivare ad allestire una nazionale di calcio capace di impensierire le potenze calcistiche che dominano il palcoscenico europeo e mondiale da sempre.

Se i quarti di finale di Francia 2019 hanno rappresentato un bel traguardo è pur vero che averlo raggiunto dalle nostre giocatrici ha dato un pò l’idea distorta di quello che poi sarebbe stato di lì a qualche anno la forza del nostro calcio in certe competizioni.

Non che allora l’impresa non fosse stata bella per carità, non che le nostre ragazze non fossero state all’altezza, ma una rondine non fa mai primavera e l’abbiamo poi alla fine testato qualche giorno fa.

Il divario è comunque ancora molto ampio con la altre colleghe che militano in altre selezioni.

A testimoniarlo non solo l’ultimo europeo in Inghilterra che ci ha visti andare a casa subito, ma la partita contro la Svezia del 29 luglio.

Va bene il coraggio iniziale, va bene le trame di gioco migliori ma alla fine le qualità tecniche della terza squadra più forte al mondo sono balzate fuori e si sono espresse con un secco passivo di 5-0.

Quegli strascichi a cui accennavo sono partiti con una lettera aperta delle giocatrici per far emergere tutto il loro dissenso contro una gestione ritenuta incapace di non metterli nelle condizioni di esprimersi al meglio.

Successivamente alcune ore fa, hanno trovato conferma attraverso un’altra lettera d’addio della CT alla nazionale (scontata per la scadenza di contratto) affidata ad un post dal sapore amaro con a corredo la risposta velata alle giocatrici che l’avrebbero presa come capro espiatorio per il fallimento sportivo conseguito a questi ultimi mondiali.

Bertolini addio nazionale di calcio femminile

Prima però di lasciarsi tutto dietro alle spalle, la CT Milena Bertolini ha ritenuto giusto dire la sua, ripercorrendo un pò in modo amareggiato il suo percorso in azzurro con delle riflessioni che ha voluto affidare ad un post sul suo Instragram.

Bertolini, il comunicato in un post

Esordisce con il sostenere che era “doveroso da parte sua condividere le sue personali riflessioni dopo quello che è accaduto ma soprattutto per spiegare che cos’è per lei il calcio.

E poi anche se celatamente ma non troppo ha iniziato a rifarsi su quello che sono i concetti fondamentali che stanno alla base di un pensiero di squadra, come a voler indicare quali erano gli indirizzi che dovevano essere presi in considerazione ma che non sono mai stai eseguiti.

Il chiaro riferimento all’unione di intendi non è certamente casuale, ad un certo punto fa capire espressamente che non è giusto che che lei venga presa di mira quindi additata come capro espiatore.

La missiva dunque che ha scritto per arrivare a salutare e ai ringraziamenti finali ha mirato semplicemente a rispondere alla lettera “accusatrice” delle sue giocatrici che in quel modo le si sono rivolte contro e anche abbastanza pesantemente.

Bertolini: parole contro la Girelli?

E’ molto ispirata la CT Bertolini quando sostiene che il calcio sia una metafora di vita. Utilizzando due figure si rifà al Ponte per indicare la strada da percorrere insieme per arrivare alla porta avversaria e al passaggio per indicare il mezzo con cui attraversare quella strada.

Passaggio inteso anche come passaggio di consegne (non solo gesto tecnico e quindi mezzo per arrivare insieme a fare gol) ovvero passaggio da vecchie a nuove generazioni.

E poi continua con il Ponte non solo visto come strada dunque da percorrere ma anche come strumento di consegna d’eredità e con un messaggio forte e chiaro quando nelle righe successive parla di “umiltà di saper lasciare il proprio posto”.

Che tutto questo non sia diretto alla Girelli, magari delusa del ruolo al quale è stata relegata e per ciò promotrice della lettera contro la CT?

Ma se non queste, allora che ne dite di quelle successive? Qui la destinataria non può non essere l’attaccante della Juventus. O no? Oppure anche qui il discorso è riferito a un concetto prettamente generalizzato?

“… Troppo ingenua e scontata la ricerca di un capro espiatorio: non scordiamoci che quando si punta il dito verso qualcuno, le altre tre dita della nostra mano guardano verso di noi