Speriamo non ci capiti mai di restare abbandonati in una foresta pluviale senza alcuna risorsa se non la nostra inventiva. Piuttosto, se dovesse capitarci di dover improvvisare un pranzo o una cena durante un’escursione, ecco che saper cucinare alla trapper potrebbe essere la nostra ancora di salvezza. E, in soprattutto, sarà motivo di vanto davanti agli amici che senza fornelli, piastre a induzione e pentole, non saprebbero come cavarsela.
Vita all’aria aperta: ecco la cucina alla trapper
La parola trapper è ormai riconosciuta da una ristretta cerchia di persone che aderendo a gruppi organizzati decidono di sperimentare le gioie, e i dolori, di una vita all’aria aperta semplice ed essenziale. Ovvero la vita che i trapper, cioè i cacciatori di pellicce ed esploratori che aprivano vie inesplorate nelle lande più remote del grande continente nord americano ai tempi della prima colonizzazione. Di certo queste persone non conoscevano i nostri agi e dovevano arrangiarsi per mettere insieme quel poco che bastava per sopravvivere. E, ovviamente, cercavano di dare un senso di civiltà alla consumazione dei loro pasti inventando modi particolari di cottura: la cucina alla trapper.
Cucinare alla trapper: un mondo senza utensili
Tra la metà del 1700 e il 1800 inoltrato vivere cacciando in mezzo alle foreste e alle grandi praterie del nord America deve essere stata un’esperienza di impressionante bellezza. Di certo, ad un certo punto, sarà anche arrivata la fame e allora occorreva trovare il modo per cucinare alla trapper, ovvero senza utensili. O, meglio, con il minimo indispensabile per riuscire a trasformare una preda appena cacciata in una pietanza commestibile.
E gli attrezzi erano praticamente quattro: l’immancabile coltello, un contenitore (solitamente in alluminio), una corda, un’accetta e una pala. Vediamo che cosa si può fare con queste cose. Ma prima una raccomandazione: per cucinare in questo modo è necessario utilizzare il fuoco, la fiamma libera. La prima cosa che occorre fare è costruire un focolare in un luogo lontano da fonti infiammabili, circondare il focolare con delle pietre, controllare sempre il fuoco e la direzione delle faville portate dal vento. Questa è una vostra imprescindibile responsabilità.
Lo spiedo: un grande classico della vita all’aperto
Lo avremmo visto in centinaia di film: arrivata notte i trapper, i coloni, i cowboy o i missionari si accampavano per la notte, accendevano un fuoco, infilzavano un coniglio selvatico su di uno spiedo e lo mettevano a cuocere. Quindi la prima tecnica per cucinare alla trapper è quella dello spiedo. Per realizzarlo serve un ramo di legno verde abbastanza dritto che viene appuntito ad una delle due estremità. Per stabilizzarlo occorre trovare altri due rametti che abbiamo una estremità che si biforca. Su questi rametti verrà appoggiato lo spiedo nel quale è infilzato il cibo che vogliamo preparare. Le dimensioni di questa soluzione permettono la cottura di cibi di piccole dimensioni.
Se si decide di cuocere del pesce con questo tipo di spiedo occorre trovare una soluzione per evitare che, in cottura, il pesce possa rompersi mentre lo si gira. Per cui è importante affiancare allo spiedo degli “stabilizzatori” laterali che accompagnino il pesce nella rotazione sopra al fuoco.
Una griglia in mezzo al verde: cucinare alla trapper si può!
La griglia è un attrezzo ingombrante e pesante, ferroso. Non penserete certo di mettervene una nello zaino quando partite all’avventura in mezzo ai boschi. Ecco allora che la si può costruire ricorrendo a quanto ci hanno insegnato i trapper nelle loro soluzioni per cucinare.
Prendete una forcola a due o a tre di un ramo verde (un ramo con bifocazioni). Sbucciatelo. Intrecciate le estremità e incastrate dei traversi sempre di legno verde sbucciato. Per unire il tutto potrete utilizzare del filo di ferro fino oppure un cordino che però va unto perché non si infiammi. Per cuocere le vostre pietanze con questo sistema è opportuno avvolgerle in foglie oppure nell’argilla: questo permetterà al grasso di non essere completamente eliminato asciugando del tutto la pietanza. Per questa soluzione, visto che il suo peso è ininfluente, potrete mettervi qualche foglio di alluminio nello zaino così potrete avvolgere gli alimenti prima di metterli sulle braci rischiando di bruciarle.
Cucina alla trapper: la cottura sotto terra
Un’altra tecnica per cucinare alla trapper è quella di mettere gli ingredienti in un contenitore che poi potremo seppellire in una buca assieme a braci e pietre roventi. Questa modalità è ancora oggi molto diffusa, non solo fra gli esploratori moderni, anche perché è molto semplice da realizzare. Bisogna chiaramente avere una minima idea dei tempi di cottura degli alimenti. Allora: va ben essere eponimi dei trapper, ma un termometro a sonda vi aiuterà a capire il livello di calore che si sta sviluppando sotto terra.
Questa tecnica è semplice: accendete un bel fuoco (sempre con le raccomandazioni fatte più sopra) e create un bel corredo di braci. Mettete anche delle pietre a contatto con il fuoco fino a farle arroventare. Mettete le vostre pietanze in un contenitore di alluminio o avvolgetele in carta forno e poi fogli di alluminio. Preparate la buca. metteteci sotto delle pietre e delle braci, poi appoggiate il contenitore con la pietanza, circondatelo di altre pietre e copritelo di braci e altre pietre. Coprite infine di terra. Cucinare alla trapper in questo modo la carne, per esempio, vi darà dei risultati molto soddisfacenti.
Se invece siete più tradizionalisti e preferite un bel campeggio attrezzato, ecco le nostre ricette pensate per voi, anche per un’ottima grigliata.