Scade oggi l’ultimatum imposto dalla Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas) alla giunta golpista del Niger; ma gli autori del colpo di Stato potrebbero avere trovato un insolito alleato nei mercenari del gruppo Wagner. L’organizzazione regionale Ecowas ha dichiarato la sua disponibilità ad intervenire militarmente per ripristinare l’ordine costituzionale nel Paese, minacciando l’uso della forza contro i golpisti. Che sperano di difendersi anche con l’appoggio del Cremlino e dei suoi emissari in Africa, ossia i mercenari di Prigozhin.
Cosa succede se scatta l’ultimatum Ecowas
L’Ecowas, composta da 15 paesi, ha dato l’ultimatum alla giunta golpista domenica scorsa, avvertendo della possibilità di un intervento militare se non fossero state ripristinate l’ordine costituzionale e la libertà del presidente eletto Mohamed Bazoum, ancora prigioniero nel palazzo presidenziale insieme alla sua famiglia.
La situazione si fa sempre più tesa, con il gruppo Wagner che potrebbe fornire supporto ai golpisti per mantenere il potere. L’Ecowas ha definito un piano per un’eventuale azione militare, ma ha sottolineato che la diplomazia è sempre preferibile. La Francia, che riveste un ruolo chiave nella regione, ha dichiarato di sostenere fermamente gli sforzi dell’Ecowas per fermare il golpe e ha portato via circa mille persone dal Niger, tra cui molti italiani.
Alcuni paesi della regione hanno annunciato la loro volontà di partecipare a un’eventuale operazione militare, mentre altri, come il Mali e il Burkina Faso, che sono saliti al potere dopo colpi di stato nel 2022, considerano un intervento una “dichiarazione di guerra” e hanno promesso sostegno ai militari golpisti del Niger. Nel frattempo, il Ciad ha dichiarato di non appoggiare l’azione militare e ha auspicato una soluzione pacifica attraverso il dialogo.
Il groppo Wagner: perché potrebbe intervenire in Niger dopo l’ultimatum
Fondato dal controverso imprenditore russo Yevgeny Prigozhin, il gruppo Wagner è noto per la sua partecipazione in conflitti e operazioni militari in varie parti del mondo. Sebbene ufficialmente negata dal governo russo, l’esistenza di questa forza paramilitare privata è stata oggetto di numerose inchieste giornalistiche e fonti di intelligence.
La presenza del gruppo Wagner nel continente africano è diventata un punto di preoccupazione per la comunità internazionale, poiché la sua partecipazione ai conflitti potrebbe avere implicazioni politiche ed economiche significative per la regione.
Secondo quanto riportato, il generale Salifou Mody, uno dei leader del colpo di Stato in Mali, avrebbe preso contatti con rappresentanti del gruppo Wagner durante una visita, sollecitando il loro aiuto per contrastare l’eventuale intervento militare dell’Ecowas nel Niger. Si tratta di un evento significativo in quanto sarebbe la prima campagna militare della PMC dopo la sollevazione contro Putin che ne ha determinato l’esilio in Bielorussia.
Tale richiesta ha scatenato allarme tra gli stati membri dell’Ecowas e altri attori internazionali, che vedono il coinvolgimento del gruppo Wagner come un fattore di destabilizzazione e potenziale minaccia per la sicurezza regionale.
Crosetto: “Rientrati 65 militari italiani”
Nel frattempo, il ministro della Difesa italiano Crosetto ha annunciato il rientro in patria di 65 militari italiani, mentre rimarranno a Niamey almeno 250 unità. Questa la nota rilasciata dal Ministero durante la mattinata odierna:
È atterrato nella notte presso l’aeroporto militare di Pratica di Mare il KC767 dell’Aeronautica Militare con a bordo 65 militari italiani e 10 statunitensi. Il volo militare, decollato da Niamey (NIGER) alle ore 19:30 locali circa è atterrato in Italia alle 23:50 dopo circa 5 ore di volo. Il personale italiano evacuato appartiene al contingente militare attualmente impiegato nella missione di addestramento MISIN in corso nel Paese africano. […] Ad oggi rimangono a Niamey circa 250 militari italiani. Per la prossima settimana sono stati pianificati ulteriori voli.