Paura questa mattina, poco prima delle 10 nel carcere di Rebibbia di Roma dove un detenuto italiano, recluso nel reparto G11, prima riesce a scavalcare due recinzioni e poi sale su una gru di un cantiere interno minacciando di lanciarsi di sotto.

Qualche ora dopo, intorno alle 11.30 l’uomo era ancora lì: “Mandatemi un elicottero”, è stata una delle frasi che ha urlato agli agenti che in tutti i modi cercavano di farlo scendere.

Per le trattative andate avanti fino a poco fa, è salito sulla gru anche il comandante della polizia penitenziaria. Alla fine, dopo una lunga trattativa con il dottor Improta della Questura di Roma, intorno alle 14.30 del pomeriggio, l’uomo è sceso dalla gru.

Sulla conclusione della vicenda si è espresso anche il segretario Nazionale e Regionale SAPPE Lazio Maurizio Somma che ha sottolineato l’importanza nella vicenda dell’interlocuzione con la Polizia Penitenziaria.

A riferire quanto accaduto è stato Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria che ha detto:

“Siamo alle prese con un ennesimo gesto di protesta estremo di un detenuto nelle nostre prigioni che, da un lato è indice del disagio in cui versa l’utenza, specie quella affetta da patologie psichiatriche e che rimane pressoché abbandonata a se stessa, dall’altro conclama la vulnerabilità del sistema penitenziario le cui sorti si reggono per quel che è possibile esclusivamente sul diuturno sacrificio degli operatori, primi fra tutti quelli del Corpo di polizia penitenziaria in sottorganico di 18 mila unità”.

De Fazio ha poi concluso con un appello al Ministro della Giustizia Carlo Nordio e al Governo:

“Sperando che l’episodio in questione si risolva senza conseguenze particolari, evidenziamo che non sempre va così e che, anche per un semplice dato statistico, non potrà sempre essere così. Per questo il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, farebbe bene a interessarsi compiutamente alle questioni carcerarie al di là degli aneddoti che ama raccontare, i quali probabilmente non a caso ricordano soprattutto momenti di torpore, e, unitamente a tutto il Governo Meloni, dovrebbe prendere compiutamente atto della strisciante emergenza penitenziaria varando un decreto legge per metterle in sicurezza, cominciando dal rafforzamento della Polizia penitenziaria. Parallelamente, inoltre, il Parlamento dovrebbe approvare una legge delega per riforme strutturali che reingegnerizzino il sistema d’esecuzione penale, rifondino il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e riorganizzino il Corpo di polizia penitenziaria”.

Rebibbia detenuto sale su una gru: “Ogni giorno in carcere si registrano fatti incresciosi”

Come Segretario regionale Lazio di Uspp, Nicastrini fa sapere che:

“Ogni giorno si registrano fatti incresciosi, aggressioni o ritrovamenti di stupefacenti, eppure al DAP l’unica cosa che interessa e inviare agenti appena usciti dai corsi alle squadre di calcio e bande musicali mentre le carceri sono diventate terra di nessuno, con oltre 6000 unità e 850 agenti in meno!”.

Riguardo alla vicenda accaduta oggi si è espresso anche il Presidente Dr. Giuseppe Moretti che è intervenuto ribadendo che per questo l’USPP da tempo ha chiesto di proclamare lo Stato di emergenza affinché il vertice politico possa assumere quei necessari provvedimenti per integrare le circa 6000 unità che mancano nella pianta organica della Polizia Penitenziaria. Per superare quelle difficoltà operative sulle quali si attendono atti più volte annunciati dal governo. Il tutto con lo scopo di aumentare il livello di sicurezza all’interno delle carceri.

Truffa sul cibo nel carcere romano

È la seconda volta in pochi giorni che il carcere romano di Rebibbia si trova al centro di un fatto di cronaca. Qualche giorno fa infatti la Procura di Roma ha contestato a due responsabili della società che gestisce la ristorazione di 4 istituti del complesso una frode in pubbliche forniture.

Infatti ai detenuti veniva servita carne scadente, latte allungato con l’acqua e caffè fatto dai fondi. L’inchiesta nasce dall’esposto dell’ex Garante capitolina dei detenuti, Gabriella Stramaccioni, dopo che gli stessi detenuti avevano segnalato alcune criticità. Presentato poi un secondo esposto dalla ditta esclusa dalla gara d’appalto.

La scarsa qualità del cibo infine, sarebbe stata confermata anche in seguito al blitz degli investigatori del Nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza che hanno eseguito un campionamento sugli alimenti cucinati all’interno del carcere.