Il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini si è scagliato contro Marcello De Angelis, responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio, per alcune dichiarazioni relative alla strage di Bologna del 1980 e in particolare per il post di De Angelis che riporta la frase: “So per certo che con la strage di Bologna non c’entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini“. Bonaccini, intervenuto dopo i familiari delle vittime della strage e l’Anpi, ha scritto un post conciso ma significativo: “Ignobile e bugiardo. Venga a dirle a Bologna queste cose. Guardando negli occhi i famigliari delle vittime della strage fascista del due agosto“. Tutto ciò ha dato il via a una polemica a suon di post a cui hanno preso parte diversi esponenti politici.
Il Pd chiede le dimissioni di De Angelis
Pier Luigi Borsani è prontamente intervenuto nel merito della questione, facendo direttamente riferimento anche all’ambiguità delle parole della Presidente del Consiglio relative all’anniversario della strage, che Meloni ha attribuito a un generico terrorismo e non a una matrice neofascista:
La studiata ambiguità della dichiarazione per il 2 agosto del presidente del Consiglio conteneva un messaggio che solo le anime belle non hanno voluto vedere. Lasciare aperto il vaso di Pandora delle falsità nere mentre finalmente la verità giudiziaria si afferma. Lo ripeto. Chi non rispetta le vittime innocenti negando loro una verità conclamata non merita il rispetto degli italiani.
Si sono poi accodati alle dichiarazioni di Bersani Sandro Ruotolo, della segreteria nazionale del Pd, e Andrea De Maria, deputato Dem, i quali reputano sia necessaria una dichiarazione del presidente della Regione Lazio, del partito Fratelli d’Italia e della Presidente Giorgia Meloni, “prima di tutto per rispetto alle vittime ed ai loro familiari. E poi per una evidente responsabilità istituzionale e di affidabilità democratica“. Di segno simile la dichiarazione di Daniele Leodori, segretario Pd Lazio e Mario Ciarla, capogruppo Pd alla Pisana, che hanno chiesto al “Presidente Rocca di prendere le distanze e a De Angelis di fare un passo indietro: chi scrive certe cose non può guidare la comunicazione della nostra Regione“.
Alessandra Zeppieri, consigliera regionale del Lazio nel Polo progressista, ha sottolineato che si deve evitare che venga riscritta la storia, soprattutto se relativa a “fatti conclamatamente attribuiti alle matrici fasciste e neofasciste“. Zappieri ha a sua volta richiesto le dimissioni del responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio.
De Angelis: “Come ogni libero cittadino di questa Nazione, ho esercitato il diritto di esprimere la mia opinione”
De Angelis, in tutta risposta, in un post Facebook ha rivendicato quanto detto e il diritto di esprimere la propria opinione e si è autoproclamato un novello Giordano Bruno:
E certo, non lo nego, animato dalla passione di chi ha avuto un fratello morto, vittima di uno degli accertati depistaggi orditi per impedire l’accertamento della verità, con l’utilizzo della falsa testimonianza del massacratore del Circeo Angelo Izzo. E quindi con il diritto personale e familiare di chiedere di approfondire ogni analisi finché non sia dissipato qualunque dubbio. Ho detto quello che penso senza timore delle conseguenze. Se dovrò pagare per questo e andare sul rogo come Giordano Bruno per aver violato il dogma, ne sono orgoglioso.