A oltre 50 giorni dalla sua scomparsa a Firenze, gli inquirenti continuano a cercare la piccola Kata: gli interrogativi ancora aperti sono molti, ma, stando alle ultime notizie, la svolta potrebbe finalmente essere vicina. Nel decreto di perquisizione emanato ieri dalla Procura di Firenze nei confronti dei genitori della bambina in seguito all’arresto dello zio materno, sarebbe stata confermata, infatti, la pista del rapimento
maturato all’interno dei rapporti conflittuali che sono sfociati in aspre contese nell’ambito dell’occupazione abusiva dell’hotel Astor.
Una pista già avanzata con convinzione dal gip Angelo Pezzuti e che l’avvocato Filippo Zanasi, che assiste i genitori della piccola, intervistato da TAG24, non si era sentito di escludere.
Kata scomparsa a Firenze, le ultime notizie: dopo l’arresto dello zio il “non detto” dei genitori
Per gli inquirenti che stanno lavorando al caso tutto sarebbe nato dalle
faide tra i parenti della famiglia Alvarez (quella di Kata, ndr) e gruppi di peruviani, ecuadoregni e romeni che occupavano l’hotel per il possesso e la gestione illecita delle stanze per le quali erano richieste somme di denaro.
Faide che, in più di un’occasione, sarebbero sfociate in scontri anche molto violenti. Come quello avvenuto poche settimane prima della sparizione della bambina, il 28 maggio, quando lo zio e altre persone – ora finite in manette – avrebbero organizzato una spedizione punitiva ai danni di una famiglia numerosa, quella dei Barbosa, con l’intento di cacciarla e sostituirla con nuclei familiari economicamente più agiati, per ricavare più soldi dall’affitto (800/900 invece di 100).
Uno scontro duro, nel corso del quale un certo Santiago, mezzo ubriaco, si era buttato dalla finestra, pur di evitare di essere ammazzato, come i suoi rivali minacciavano di voler fare. Allora il papà di Kata si trovava già in prigione per furto e reati contro il patrimonio. Ma, stando a quanto emerge dalle carte, il 23 marzo precedente, insieme al fratello e alla compagna si era già macchiato di un’aggressione nei confronti di uno dei Barbosa, che poi li aveva denunciati.
Un dettaglio che lui e sua moglie avrebbero taciuto. Per questo, nelle scorse ore, la Procura di Firenze ha emanato un decreto con cui ne ha disposto il sequestro dei telefoni cellulari. L’obiettivo è capire se tra i messaggi, le chiamate o le mail ricevute ci sia qualche elemento utile alle ricerche. Come riporta il Corriere della Sera, il dubbio (citato dai magistrati) è che possano avere delle informazioni sul rapimento e non ne abbiano parlato.
L’opinione dell’avvocato Zanasi sulla pista della “ritorsione”
Parlando delle diverse piste avanzate dagli inquirenti sul rapimento della bambina, uno dei legali che difende i genitori, l’avvocato spezzese Filippo Zanasi (appoggiato dall’avvocata Sharon Matteoni), aveva dichiarato a TAG24:
Quella del racket è un’ipotesi come le altre. Tuttavia, ciò che penso è che una vendetta del genere avrebbe dovuto presupporre un’azione altrettanto forte e crudele, perché il rapimento di un bambino è la peggiore ipotesi che possa accadere […]. Se è una vendetta contro la famiglia, è una vendetta per qualcosa che la famiglia ha fatto, magari anche non direttamente. Qualcosa di grave.
Qualcosa di cui eventualmente lui non era a conoscenza. Ma che, a questo punto, appare sempre più probabile. La speranza è che dai prossimi accertamenti si possa capire di più. Al di là del “non detto” dei genitori, infatti, si parla pur sempre della sparizione di una bambina. Ciò che tutti si augurano è di sapere che sia viva e che, presto, potrà tornare a riabbracciare i suoi cari.
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