Nessun tetto agli stipendi dei manager della società Stretto di Messina Spa, addetta alla costruzione del ponte che collegherà Calabria e Sicilia. Nella bozza del dl asset e investimenti, in arrivo lunedì sul tavolo del consiglio dei ministri, salta il limite dei 240mila euro previsto per i dirigenti pubblici

Nessun tetto agli stipendi dei manager della società Stretto di Messina Spa incaricata della costruzione del Ponte

Scoppia una nuova polemica intorno al Ponte sullo Stretto. Una norma del decreto omnibus che sarà discusso il 7 agosto in Cdm non prevede il tetto dei compensi previsto per legge per i manager pubblici. Il limite di 240mila euro fu introdotto nel 2016 con l’approvazione del testo unico in materia di società a partecipazione pubblica.

Nella bozza in circolazione in queste ore, all’articolo 15 sotto il titolo “Disposizioni urgenti per garantire l’operatività della società concessionaria di cui all’articolo 1 della legge 17 dicembre 1971, n.1158”, è previsto per la società incaricata della costruzione del Ponte di Messina l’esonero dalle disposizioni del decreto legislativo del 2016.

Il tetto di 240mila per gli stipendi di amministratori, titolari e componenti degli organi di controllo, dirigenti e dipendenti pubblici fu introdotto sotto il governo Renzi. L’obiettivo era evitare che qualunque funzionario potesse ricevere una retribuzione più alta del presidente della Repubblica.

Ponte sullo Stretto e stipendi d’oro: le opposizioni insorgono

Immediata la reazione delle forze d’opposizione alla possibilità che la bozza del decreto Asset tolga, per i dipendenti della società Ponte sullo Stretto, il limite di 240mila euro. Dure le parole della segretaria del Pd.

“Indecenti. Dicono che i salari non si fanno per legge. Eppure fanno leggi per togliere il tetto massimo ai salari sopra i 240mila euro mentre affossano il tetto minimo che chiediamo per non scendere sotto i 9 euro all’ora”, afferma Elly Schlein.

Netta e decisa già sul da farsi Italia Viva, come chiarisce su Twitter Maria Elena Boschi.

“Col Governo Renzi abbiamo messo un tetto allo stipendio dei manager: duecentoquarantamila euro. Con Meloni e Salvini invece salta il tetto, a cominciare dai manager della società del Ponte. Con i problemi che ha il trasporto pubblico la priorità è aumentare questi stipendi?  Noi voteremo contro”, scrive Boschi.

Si scaglia contro Salvini il vicecapogruppo M5s alla Camera Agostino Santillo.

“La volontà di Meloni e Salvini di concedere una deroga al tetto degli stipendi per i vertici della società “Stretto di Messina Spa” è scandalosa. Lo scenario è il seguente: reddito di cittadinanza no, aiuti alle famiglie contro il caro-vita no, sostegni contro il caro-mutui nemmeno, interventi per attenuare il costo della benzina neanche a parlarne. Questa destra gli unici favori li fa ai soliti noti e a chi ha già. Oltretutto questa scelta conferma che a Salvini delle infrastrutture del Sud non importa nulla. Nemmeno dell’inutile e farsesco ponte sullo Stretto. Al ministro interessa solo “l’affare” ponte, con tutte le sue spartizioni e prebende varie. Uno scempio, messo in piedi sulla pelle dei cittadini e con i loro soldi”.

Posizione condivisa da Riccardo Magi di Più Europa.

“La deroga al tetto dei 240mila euro allo stipendio dei manager per la società che dovrà realizzare il Ponte sullo Stretto, contenuta nel decreto Asset, conferma che per Salvini la priorità non sono le infrastrutture o lo sviluppo della Sicilia, ma distribuire regalie ai suoi amici”.