Simone Biles è tornata ufficialmente in gara. Dopo quasi due anni di assenza, dato che la sua ultima apparizione risale alle Olimpiadi di Tokyo, la ginnasta americana ha ripreso a gareggiare.

Ginnastica, Simone Biles torna in gara dopo le Olimpiadi di Tokyo: sta partecipando agli US Classic

Simone Biles è tornata ufficialmente in gara. Dopo quasi due anni di assenza, dato che la sua ultima apparizione risale alle Olimpiadi di Tokyo, la ginnasta americana ha ripreso a gareggiare. Biles infatti sta partecipando agli Us Classic in corso alla Now Arena di Hoffman Estates, vicino Chicago in Illinois. L’americana è apparsa in forma durante gli allenamenti e, come riferisce ANSA, è riuscita a realizzare il doppio carpio Yurchenko. Il famoso volteggio che sbagliò nel corso delle Olimpiadi di Tokyo 2020. Le cui conseguenze hanno generato un blocco psicologico importante nella talentuosissima atleta.

La Biles dopo la prova non ha rilasciato alcuna dichiarazione. Preferendo lasciar la parola alla propria allenatrice Cecile Landi:

“Non saremmo qui, se avessimo riscontrato qualche esitazione. Essere qui è la sua ferma volontà e noi la sosteniamo. Quindi finché ci dice che è pronta, continueremo”.

Frasi che lasciano ben sperare circa i prossimi impegni di Simone Biles, che sembra essersi lasciata il peggio alle proprie spalle. La stessa allenatrice ha rivelato che l’atleta aveva già aperto al rientro in pista già nel marzo scorso. La situazione è migliorata subito dopo il matrimonio con Jonathan Owens, che ha spostato un anno dopo il fidanzamento. Alla fine di maggio, dunque, la Biles ha optato per il ritorno definitivo.

Ginnastica, Simone Biles torna dopo quasi due anni: è in gara agli US Classic

Landi, come riportato sempre da ANSA, ha spiegato così il processo di riavvicinamento dell’atleta alla ginnastica:

“Direi che dopo il suo matrimonio, abbiamo visto un cambiamento nell’impegno a tornare. Può fare tutto quello che poteva fare prima. Abbiamo usato gli allenamenti soltanto per rendere più semplice la sua gestione mentale e fisica. Simone ora è una donna sposata, è maturata. Sa quello che vuole e siamo intorno a lei per sostenerla”.

La decisione di Simone Biles presa alle Olimpiadi ha generato un ampio dibattito sulla salute mentale nello sport. Oltre che sulle ripercussioni che le atlete e gli atleti subiscono a cause delle alte aspettative e delle pressioni costanti. I problemi dell’americana erano causati da difficoltà di orientamento e mantenimento del senso della posizione in aria. Ma sulla Biles pesavano fortemente anche gli abusi subiti in Nazionale. Una vicenda che ha coinvolto una serie di ginnaste vittime di abusi sessuali. La Biles rientra infatti in quel gruppo di atlete che hanno subito tali abusi da parte del medico degli Stati Uniti Larry Nassar. Che adesso sta scontando la propria pena in carcere. Una situazione che ha generato tantissimi problemi nella Biles, che proprio per questo motivo sta proseguendo un percorso con uno psicoterapeuta.

Ginnastica, Simone Biles torna a gareggiare due anni dopo l’ultima volta

L’atleta non ha ancora annunciato se deciderà di partecipare ai prossimi Giochi Olimpici di Parigi 2024. Ma delle prestazioni rincuoranti durante questi Us Classic potrebbero lasciar bene sperare circa una sua presenza alle Olimpiadi parigine. In caso di esito positivo, Simone Biles prenderebbe parte per la terza volta in carriera ai Giochi Olimpici. L’atleta ha già raccolto sette medaglie totali nel corso della sua esperienza alle Olimpiadi. Nell’edizione 2016 di Rio de Janeiro, Biles ha ottenuto quattro medaglie d’oro e una di bronzo.

La classe ’97 ha trionfato nel concorso individuale femminile della ginnastica artistica. Così come ha fatto nella finale del volteggio e del corpo libero. La ginnasta, inoltre, ha vinto il concorso a squadre con gli Stati Uniti battendo la Russia e la Cina. A Rio, Biles ha conquistato anche la medaglia di bronzo nella trave. Una specialità in cui nel 2021 a Tokyo ha ottenuto il medesimo risultato. Sempre nel corso delle Olimpiadi giapponesi, Biles ha conquistato l’argento con gli Stati Uniti nella disciplina a squadre.