Sembra esserci una svolta all’interno delle indagini relativamente alla scomparsa di Kata a Firenze. Lo zio, infatti, è stato arrestato dalla polizia insieme ad altre tre persone, in relazione ad un raid punitivo che sarebbe stato commesso nei confronti di due persone i quali non avrebbero pagato l’affitto delle stanze dell’ormai noto ex hotel Astor. Per loro, i reati ipotizzati sono quelli di tentato omicidio, lesioni, tentata estorsione ed estorsione. Sempre secondo le autorità, ogni camera affittata aveva un costo di 600-700 euro.

In questo senso, le forze dell’ordine avrebbero peraltro perquisito altri familiari di Kata, tra cui anche i genitori. Si tratterebbe di una “perquisizione per conto terzi”. In ogni caso, non risultano indagati.

Arrestato lo zio, possibile svolta nel caso della scomparsa di Kata?

Difficile, ora, capire se questo arresto precede una potenziale svolta per la risoluzione di un caso che si trascina ormai da un paio di mesi, ossia dal 10 giugno scorso quando era stata denunciata la scomparsa di Kata. Nelle ultime settimane gli inquirenti hanno vagliato diverse piste, tra cui una legata al Perù. Le telecamere di sorveglianza intorno alla zona non hanno però evidenziato alcun dettaglio, ecco perché è complicato ricostruire il rapimento di Kata.

Si attendono nuovi dettagli rispetto all’arresto dello zio e di altre tre persone: da settimane, il racket degli affitti dell’ex hotel Astor sembrava essere al centro delle attenzioni anche dalle forze dell’ordine. Verosimilmente, il rapimento sarebbe legato a questo fatto e nell’ambito di una lotta tra due o tre diversi gruppi che vorrebbero controllare gli affitti. Alcuni testimoni, sentiti dalla polizia, avevano riferito che il rapimento della piccola fosse un “rapimento organizzato”. A questo punto, potremmo essere vicini alla definitiva soluzione.

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